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Ventisette lettere inviate da Gadda a Piero Bigongiari: la prima, una cartolina, in data 18/11/46; l’ultima, il 20/5/63. Seguono quttro scritti di Bigongiari su Gadda, il primo dedicato

IL SAGGIO Carlo Emilio Gadda, “Lettere a Piero”, Edizioni Polistampa, Firenze, pp. 80, lire 22 mila.
Ventisette lettere inviate da Gadda a Piero Bigongiari: la prima, una cartolina, in data 18/11/46; l’ultima, il 20/5/63. Seguono quttro scritti di Bigongiari su Gadda, il primo dedicato all’"Adalgisa", il secondo alle lettere "foscoliane" che Gadda scrisse a Bigongiari; i restanti sono di ricordi sull’amico. Ecco un’istantanea di Gadda ai bagni di Forte de’ Marmi, anni ’50: "La sua presenza elettrizzava la riviera sparsa di amici "gaddisti": l’"ingegnere", con le sue gaffe, le sue cerimonie, il suo villoso torace messo a mollo nelle prime increspature del Tirreno dove si lasciava rotolare dalle onde sulla battigia tanto da suscitare l’allarme intimorito di qualche bagnante di avere a che fare con una salma spinta fin lì dalla risacca, le sue irresistibili impossibilità di solitario provocatore in mezzo agli uomini, costituì per qualche anno un vero e proprio polo di attrazione per tutti noi...". Il "solitario provocatore", è ovvio, riempie di sé tutte le lettere. Esempio: è il 1953, Gadda è a Roma, lavora alla Rai, al Terzo Programma per i servizi culturali; all’amico scrive: "Rimpiango ormai gli anni di Firenze (salvo le bombe e le Ss)... Qui sono un burocrate schiacciato e bistrattato: e a casa, dopo una giornata di lavoro, trovo una vecchia megera che non posso permettermi il lusso di strozzare perché Roma è piena di carabinieri e tribunali". Quindi, incongrue paure nelle relazioni d’amicizia: dominano le ombre di Anna Banti e di Roberto Longhi, o domina un terrore particolarissimo che egli aveva delle sue stesse parole.
Data recensione: 06/05/1999
Testata Giornalistica: L’Espresso
Autore: Enzo Siciliano