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Il romanzo mai pubblicato di Oriana Fallaci sta forse chiuso in un cassetto, da qualche parte, a Firenze o a New York. Era il libro che la celebre giornalista e scrittrice fiorentina aveva in mente da anni: il romanzo di

Dedicato alla sua famiglia e a Firenze Il romanzo mai pubblicato di Oriana Fallaci sta forse chiuso in un cassetto, da qualche parte, a Firenze o a New York. Era il libro che la celebre giornalista e scrittrice fiorentina aveva in mente da anni: il romanzo di Firenze e della sua famiglia; e che non riuscì mai a finire, o, quantomeno, non decise di dare alle stampe. Lo rivela nell’ultimo numero della prestigiosa rivista letteraria fiorentina «Caffè Michelangiolo», il direttore Mario Graziano Parri, in un’edizione interamente dedicata al ricordo di Oriana Fallaci. Nell’editoriale, dal titolo Donna coeme me, Parri ricorda «l’amica Oriana» e racconta molti episodi inediti della vita della grande scrittrice.
La rivista, edita da Pagliai/Polistampa, ripropone dopo, con il titolo Il soffio dell’interiorità, una lunga intervista di Maria Antonietta Cruciata alla scrittrice assieme a uno scritto di Parri, dal titolo Oriana.
Parri parla del romanzo a cui la Fallaci stava lavorando da anni e per il quale si avvalse proprio della sua collaborazione, durante i suoi soggiorni a Firenze.
«Mi sono chiesto spesso in questi anni - dice il direttore della rivista - che cosa ne fosse del romanzo di famiglia, mi aspettavo sempre di vederlo nelle librerie. Evidentemente qualcosa era intervenuto, per tenerselo nascosto dentro… Io voglio pensare che l’abbia scritto, e magari tenuto in un cassetto, perché è il genere di libro che non si può licenziare se non postumo. Il libro della verità della vita. Che forse non si venderà a milioni di esemplari ma che gli Hemingway e i Malaparte non sono riusciti a scrivere». E riguarda proprio proprio Hemingway un episodio ricordato da Parri e accaduto nella fase preparatoria dell’intervista che la Fallaci concesse a «Caffè Michelangiolo». Discutevano, la Fallaci e Parri, dell’intervista di Hemingway a Clemeneau, che era stata rifiutata dal «Toronto Star» e poi ritrovata da William Burril agli inizi del ’92 nella biblioteca di Boston, quando la scrittrice si rivolse al direttore di «Caffè Michelangiolo» accettando di rilasciare l’intervista e dicendo, con una delle sue battute fulminanti, al suo interlocutore:«Io faccio vendere, sa? E sono anche più brava di Hemingway».
Non tanto con Hemingway sentiva la sfida Oriana Fallaci - ricorda Parri - quanto con la terza moglie dell’autore di Il vecchio e il mare che gli frutterà il Nobel, Martha Gellhorn, che era stata la prima e più celebre invitata al fronte. Parri nella sua rivista racconta l’altra Oriana Fallaci, la donna e la scrittirce che la sua morte l’ha voluta a Firenze. «Una morte in punta di piedi, lei che ci aveva abituato ai colpi di scena - dice Parri, una personalità che lascia nelle anime attente quel senso di panico che subentra alla scomparsa di persona che si elevi alta e forte sulle lambiccate élite al neon, che al massimo fanno la cronaca e mai la storia».
Data recensione: 06/01/2007
Testata Giornalistica: Gazzetta del Sud
Autore: Domenico Nunnari