Già dalla copertina si intuisce che il libro porterà un messaggio forte, come quelle mani robuste che spezzano un pane
Già dalla copertina si intuisce che il libro porterà un
messaggio forte, come quelle mani robuste che spezzano un pane dalla forma
rotonda e antica, del quale sembra quasi di poter assaporare l’aroma. Un
messaggio altrettanto semplice, come il gesto stesso del compartire il pane per
condividerne la mensa, alla maniera di Gesù. Le briciole, anche troppo
abbondanti, riempiono la tovaglia e la foto, irradiandosi verso il lettore per
coinvolgerlo, sfamarlo, rimandargli la memoria all’atto ancestrale della semina
– del grano come della parola –, che diffusa a pioggia sulla terra attecchisce
nei terreni più vari. Perché vaste e disparate sono le menti umane chiamate a
coglierne il messaggio. Sorella Costanza, autrice di Minuzzoli di Pane (Pagliai Editore 2021), racchiude in un libro che
somiglia ad un paniere colmo di minuzzoli di tante dimensioni e consistenze, i
germogli di una semina fatta oltre duemila anni fa, raccontandoci il Vangelo di
Gesù attraverso le riflessioni che per quasi tre anni ha pubblicato
settimanalmente sulla rivista «Toscana Oggi».
La mente aperta e lucida dell’autrice ci presenta la parola di Gesù con la
stessa certezza e spontaneità di un fornaio che ci offre il migliore dei suoi
pani. Non vi è solo lo scopo di sfamare, ma la fervida speranza di arricchire
il lettore di una scintilla, il dono salvifico che è promessa di bellezza
eterna, di luce, conservato nella parola immortale di Gesù. Nelle pagine di
sorella Costanza l’insegnamento del più alto tra i profeti si presenta
semplice, buono, soprattutto vivo, di una consolazione inebriante capace di
inondare di grazia il quotidiano delle nostre vite, adattandosi al gusto di
ogni palato.
Dirà l’autrice di commento al Vangelo della IV Domenica di Pasqua: «Il pastore continuamente
ci chiama perché ascoltiamo la sua parola e accogliamo la verità di noi stessi,
quell’immagine bianca e splendente che è da sempre nel grembo materno di Dio.
La nostra “speciale vocazione”, infatti, ha le sue origini lontane nella creazione,
ma si rivela e si compie nel tempo, in quella strada concreta e mai conclusa che
ci porta a far coincidere chi siamo adesso con chi siamo realmente agli occhi
di Dio, passando “dall’io chiuso in se stesso verso la sua liberazione del dono
di sé, e proprio così verso il ritrovamento di sé” (Benedetto XVI)». Perché Dio
ci conosce singolarmente e completamente, amando ciascuno di noi in maniera
esclusiva. È questo, forse, il mistero più arduo ma al medesimo tempo appagante
da comprendere e accogliere nel quotidiano delle nostre vite, nonché nel punto
più profondo della nostra coscienza. Ed è proprio per accompagnarci in questo
non semplice percorso verso la verità che sorella Costanza ha scritto, e poi
raccolto, i “minuzzoli di pane” che oggi ci presenta.
Con umiltà e senza la pretesa di protagonismo solitamente – inevitabilmente – propria
di un autore. Qui il protagonista è e deve restare Gesù, la sua parola,
presentata in veste attuale, perché sempre e continuamente possa essere
riscoperta immortale.
«Spesso anche noi ci chiediamo che cosa ci possiamo aspettare nell’immediato se
seguiamo il Signore – scrive l’autrice –. Con Lui non si fa carriera, non si
diventa importanti, non fa crescere i nostri conti in banca, anzi, il suo Vangelo
ci prospetta l’ultimo posto, il servizio, “la perdita”, la croce. Così durante
la nostra vita parecchie volte corriamo il rischio di abbandonare, di lasciare,
di allontanarci da Gesù, perché abbiamo paura di comprometterci fino in fondo,
di impegnarci completamente, preferendo avere delle garanzie, delle
assicurazioni o un’altra chance (…) mentre con Dio, l’investimento non può mai
essere a breve termine».
Data recensione: 01/04/2021
Testata Giornalistica: Nuova Antologia
Autore: Caterina Ceccuti