La vita, le grandi opere e l’universalità di un bambino con la passione per le auto sportive, di un intellettuale
La vita, le grandi opere e l’universalità di un bambino con
la passione per le auto sportive, di un intellettuale con l’ardore per l’arte e
infine di un uomo con la devozione alla vita, a raccontarceli è il nuovo libro
della scrittrice Gabriella Izzi Benedetti, “Oltre il Neorealismo. Arte e vita
di Roberto Rossellini in un dialogo con il figlio Renzo”, edito a maggio 2020
in Firenze da Mauro Pagliai Editore nella collana “Libro verità”. Come già
espresso nel sottotitolo, e subito dopo chiarito nella premessa, il libro si
presenta in una struttura dialogica ben articolata che evita, nonostante il
notevole afflusso di materiale aneddotico e di sequenze digressive utili per
una migliore lettura panoramica, distrazioni prolettiche e ostruzioni
sintattiche. Anzi è proprio nella voluta disposizione colloquiale che l’autrice
non si allontana mai da una magistrale fluidità periodale e organicità
espressiva, su cui poggiano le pur complesse articolazioni discorsive. Il
dialogo che subito inizia tra l’autrice stessa, stavolta nei panni di
giornalista e Renzo Rossellini, figlio del grande Roberto, investe tutta la
vita del cinematografo dalle sue origini, dalla sua infanzia fino alla sua
morte, dalla sua famiglia alle sue amicizie più intime, procedendo in aperto
tono monografico per suddividere il racconto in ben 21 capitoli, talvolta
scanditi dove opportuno in paragrafi esplicativi. Nella scena narrativa di un
dialogo che sembra seguire le forme di una asciutta intervista giornalistica,
tesa a ricavare e trarre quante più informazioni possibili in linea diretta dal
figlio del maestro del Neorealismo, è ravvisabile, ad una lettura attenta, non
l’apparenza di un intento meramente divulgativo dell’autrice, per cui il lettore/spettatore
sia sommerso da un defluvio di notizie autobiografiche, bensì un processo
diatribico ben preciso. Attraverso il dialogo che discorre tra i due
interlocutori, nel continuo scambio di informazioni e opinioni reciproche sulla
figura di Roberto Rossellini, in presenza del lettore, quasi fosse per tutto il
tempo spettatore dell’intervista, vanno a delinearsi due livelli conoscitivi
proprio grazie al confronto estemporaneo tra esperienza narrativa ed esperienza
personale. Come il metodo socratico, così qui oltre ad essere individuato
l’argomento nel dettaglio, ovvero la materia di cui si sta parlando, dal
sovrapporre alle considerazioni divenute unica opinione nel dialogo la sua
conoscenza empirica, il lettore individua un secondo livello, quello critico e
della coscienza. La mano autoriale scrive un dialogo capace di far emergere
nella coscienza di chi legge un senso critico, quindi di intelligente
autoanalisi e auto-ricognizione, verso quella criticità estetica rosselliniana
cui l’interlocutore Renzo era stato educato e che cerca di trasmettere
attraverso la rivalutazione dei film del padre, confutando anche le leggende
createsi attorno a lui di seguito. È questo a cui Gabriella Izzi Benedetti mira
con questo libro, sensibilizzare il lettore non solo all’originalità e alla
genialità dell’opera di Rossellini attraversando con realistica precisione e
scientifica testimonianza tutta la sua vita e la sua opera, ma anche,
ricorrendo ad un espediente quale il dialogo quanto mai più privilegiato dall’Umanesimo,
di cui singolarmente Rossellini fu il magnifico cultore negli anni d’avanguardia,
renderlo consapevole di quanto sia suscettibile la realtà. Con simmetria e
parallelismo quasi geometrici l’autrice sembra operare sul lettore quasi nello
stesso modo in cui Rossellini tentava di far comprendere la sua arte ad un
pubblico avvezzo a soffermarsi solo alle apparenze e alle convenzioni imposte
dall’industria parastatale e dal regime dittatoriale, privo di una coscienza individuale
verso la realtà e deviato da una critica di intellettuali oscurantisti,
combattendo una battaglia più grande di lui per un’arte che sfugga alla
scadente concorrenza industriale e omologatrice, ma che sia di utilità sociale
e per la conoscenza di se stessi. Soltanto riconoscendo i propri limiti si può
riconoscere l’autenticità di un uomo, il quale solo allora potrà essere
considerato “leggenda”.
Data recensione: 01/07/2020
Testata Giornalistica: Nuova Antologia
Autore: Mauro Di Ruvo