«Sono massone in sonno, ricordo con piacere Licio Gelli e non approvo Papa Bergoglio». Sono in sintesi i tre argomenti cardine
«Sono massone in sonno, ricordo con piacere Licio Gelli e
non approvo Papa Bergoglio». Sono in sintesi i tre argomenti cardine, espressi
dall’autore del neonato pamphlet “Io, Gelli e... Guccini” , di Paolo
Baldassarri, un lungo libro-intervista a cura di Giovanni Mucci (Mauro Pagliai
Editore) che viene presentato oggi a Firenze, alle 18, al Caffè letterario
Niccolini, in via Ricasoli 3. Una nuova presentazione ci sarà venerdì 31 a
Pistoia alle 17, nella Sala Maggiore di Palazzo di Giano e poi a San Marcello e
a Roma. Baldassarri, ex preside dell’istituto Pacini, da lui diretto per trent’anni
ed attuale presidente della Fondazione Conservatorio San Giovanni Battista, lo
conoscono tutti. «Sei un mito! » gli aveva detto una studentessa che gli
chiedeva di non andare in pensione, ma «c’è un tempo giusto per ogni cosa e
bisogna prenderne atto», dice lui. Nel libro Gelli, Guccini, Bergoglio non sono
affatto isolati, ma in buona ed ampia compagnia, soprattutto di coloro che, a
giudizio dell’autore con ipocrisia, da “neri” sono diventati “rossi” , con
nomi, cognomi e fatti che la storia e la stessa esperienza personale hanno
indotto l’autore a rivelare. Farà discutere, probabilmente, la sua amicizia,
mai rinnegata, con Licio Gelli, già maestro venerabile della Loggia Propaganda
2 (P2), considerato l’eminenza grigia dell’Italia del Novecento, su cui pesano
ombre di scandali, intrighi, amicizie “pericolose” e collusioni con poteri più
o meno occulti. «Il Gelli fascista – racconta Baldassarri – è proprio quello che
salvò la vita di decine di partigiani pistoiesi, fornendo loro un
lasciapassare, e quello che ha donato a Pistoia, dove era nato nel 1919, in via
Gora e Barbatole, il proprio ricchissimo archivio storico, fonte preziosa di
storia, di fatti e misfatti che tutti dovrebbero conoscere per un giudizio
oggettivo e sereno». «Ricordo perfettamente – rivela l’ex preside – gli
incontri, un po’ clandestini, tra lui e l’incaricato dal Comune per definire la
donazione». Dal testo emergono altri dettagli, inediti o quasi, sull’ex
venerabile, come l’incontro che ebbe con Tina Anselmi, presidente, negli anni
Ottanta, della commissione d’inchiesta sulla P2: «Gelli era in incognito, con
finti baffi e barba e l’Anselmi, al di là del ruolo ricoperto, ammirò l’operato
di Gelli in difesa di valori occidentali. Che sono gli stessi che io difendo in
queste cento pagine».Papa Francesoco viene di conseguenza. «In buona sostanza,
leggermente credo, e sottolineo leggermente, che stia rovinando la dottrina
della Chiesa Cattolica Romana. Eletto, direi, senza che fosse presente lo
Spirito Santo, non con tutti in ugual misura “servo servorum Dei”, servo dei
servi di Dio».Poi Baldassarri guarda in casa propria: «Tace anche troppo il
nostro vescovo Tardelli con chi ha messo in chiesa un tappetino per la
preghiera ad Allah accanto all’altare». Il chi, fin troppo noto, è don
Biancalani: «Ricevuto in pompa magna da Bergoglio, secondo alcuni ben informati
alla Congregazione dei vescovi, pare voglia nominarlo episcopo». E Francesco
Guccini? «L’ho conosciuto a Pavana, il suo paese, dove ero preside alla scuola
media. Ha preso il mio posto in un film. Lo stimo come cantante e come uomo».
Per il resto, non ci sono molti altri sconti. Per la giustizia, cita Giolitti:
«La legge si applica ai nemici e si interpreta con gli amici». Nella scuola di
oggi regna il caos, la lingua italiana non è adeguatamente protetta: se l’italiano
decade, cade l’Italia. «Se cade l’Italia, cade l’Occidente»
Data recensione: 09/01/2020
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Paolo Gestri