Un libro sulla maratona di Firenze. Perché? La domanda è pertinente visto che, oltretutto l’autore Francesco Giannoni, ammette
Un libro sulla maratona di Firenze. Perché? La domanda è
pertinente visto che, oltretutto l’autore Francesco Giannoni, ammette
candidamente di non correre, anche se non è uno che l’attività fisica la
pratica sul divano, detergendosi del sudore altrui. Perché allora? Perché
questa gara è peculiare: a parte la prova fisica (oltre 42 chilometri),
colpiscono le radici storiche della maratona, sorta di rievocazione
dell’impresa di Filippide che con il cuore in gola corse per annunziare ai suoi
concittadini la vittoria più bella, quella di Atene contro i Persiani invasori.
Dopo la prima rievocazione «ufficiale», alle Olimpiadi di Atene nel 1896, per
tanti la maratona è la Regina delle gare di atletica leggera e ormai da decenni
si corre ovunque, dall’Europa all’America, dalle Hawaii al Giappone, alla
Siberia. E i protagonisti non sono solo i professionisti che arrivano in due
ore o poco più, ma anche quella marea di dilettanti che, nella classifica
finale, a buon diritto, entrano come i campioni, pur arrivando tre ore più
tardi. Anche Firenze ha la sua maratona: dal 1984 si corre ogni anno. Migliaia
i partecipanti: donne e uomini, bianchi e neri, medici e camerieri, sacerdoti e
commercialisti, traduttori e geometri, che corrono sulle loro gambe o in hand
bike. Il libro di Giannoni ha il suo corpus in 15 interviste ad altrettanti
atleti. Ci sembra doveroso citare Alberto Lucherini, un signore che la gara
fiorentina l’ha vinta due volte e con tempi «olimpionici» (lui, un conducente
di autobus), e Fabrizio Caselli, vincitore una volta fra i disabili. Ogni
intervistato ha narrato la sua storia e ha confidato perché corre la maratona.
Di tali confidenze ne scegliamo una che le riassume tutte: «la maratona è una
scuola di vita, è una forma di meditazione, bellissima e molto profonda.
Insegna ad ascoltarti, ad avere un rapporto intimo con te stesso e con i tuoi
pensieri». L’autore ha parlato anche con le personalità che, a vario titolo, la
Maratona di Firenze la organizzano o la sostengono, animati dalla stessa
passione degli atleti. Ecco quindi. Giancarlo Romiti, presidente e anima di
Firenze Marathon, Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della
Toscana, Cosimo Guccione, assessore allo sport del Comune di Firenze, Alessio
Focardi, membro regionale della Federazione italiana sport paralimpici degli
intellettivo-relazionali, e Fulvio Massimi, guru per tanti maratoneti italiani.
Intervistato anche Raffaello Paloscia, cronista di quattro maratone olimpiche
fra cui quella di Roma, con l’etiope Abebe Bikila, scalzo, destinato alla
leggenda. Leggenda in cui si trovano Dorando Pietri, Gelindo Bordin, Stefano
Baldini e Valeria Straneo. Loro sono italiani, ma nella maratona l’appartenenza
a una bandiera ha un senso? O sono tutti
grandi, donne e uomini, per la fatica che sopportano. E allora, anche se
non hanno i nostri colori, li stimano, li ammirano e magari, senza confessarlo,
quando tagliano il traguardo, ci commuoviamo. Il libro sarà presentato il 18
novembre, ore 18, agli Assi Giglio Rosso, viale Michelangelo 64, Firenze.
Data recensione: 17/11/2019
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: ––