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Vincerà o non vincerà? Il Viareggio o lo Strega? Mentre molti fanno il tifo per il giovane scrittore fiorentino Pietro Grossi, rivelazione dell’anno con la raccolta di racconti “Pugni” (Sellerio), torna

Pietro Grossi contro Polistampa che ha riesumato il romanzo dai magazzini

VIAREGGIO. Vincerà o non vincerà? Il Viareggio o lo Strega? Mentre molti fanno il tifo per il giovane scrittore fiorentino Pietro Grossi, rivelazione dell’anno con la raccolta di racconti “Pugni” (Sellerio), torna fuori il suo primo libro, da lui rinnegato, e legato a una curiosa storia sul giovane autore toscano che è nella cinquina del premio Strega (ma difficilmente arriverà sul podio) e ha invece buone possibilità di entrare in cinquina anche al Viareggio, forse addirittura di vincerlo.
Alla vigilia del premio versiliese (che apre venerdì con la proclamazione delle cinquine dei finalisti mentre sabato verranno comunicati i vincitori delle varie sezioni), non solo arriva la conferma che “Pugni” non è l’esordio letterario di Pietro Grossi come molti credevano, ma si scopre anche che il primo libro, il romanzo “Touché” edito dalla casa editrice fiorentina Polistampa, era stato caldeggiato proprio da Enzo Siciliano, il presidente del Viareggio recentemente scomparso e a cui il premio quest’anno è dedicato.
La storia viene fuori perché la casa editrice Polistampa ha deciso di rispolverare le molte copie rimaste invendute dopo l’esordio di Grossi sei anni fa, e di ridistribuirle in libreria sull’onda del successo di “Pugni”.

L’editore Antonio Pagliai fa il suo mestiere: dopo il successo di Pietro Grossi e la scomparsa di Enzo Siciliano si dev’essere chiesto perché mai quel romanzo dovesse restare ad ammuffire in magazzino. All’epoca della pubblicazione, era il Duemila, fu un flop: poco più di un centinaio di copie vendute. Ma ora si può riscattare.
Però lo scrittore Pietro Grossi non ci è rimasto granché bene quando l’ha saputo: «Lo hanno ritirato fuori? Speravo che non accadesse – ha detto al “Tirreno” – È un libro in cui non ho mai creduto, un romanzo che ha delle grosse ingenuità e che ormai, anche come stile di scrittura, non mi appartiene più». Se si fosse trattato di una nuova edizione, fa capire Grossi, avrebbe probabilmente consultato un avvocato, perché in quel caso l’editore avrebbe dovuto avvertire l’autore: invece si tratta delle vecchie copie, il libro è sempre lo stesso, e probabilmente Grossi dovrà far buon viso a cattivo gioco. Ma è vero, gli chiediamo, che fu Enzo Siciliano a scoprirlo? «Sì – risponde Grossi – un mio amico che lavorava in un ristorante dove Enzo andava spesso, gli dette il mio romanzo. Che poi fu pubblicato da Polistampa col titolo “Touché”. Io avevo solo ventidue anni, mi sono lasciato convincere, ma mi sono pentito».
In quegli anni Siciliano dirigeva per Polistampa l’Antologia Vieusseux: fu subito conquistato dal romanzo di Grossi.
Ma dopo la pubblicazione, rivela Grossi, l’insoddisfazione fu tale che il libro era stato addirittura ritirato dalle librerie. La pensa diversamente l’editore Antonio Pagliai: “È un romanzo bellissimo – dice – ne rimasi ammaliato, lo ritengo un capolavoro. Quando mi sono accorto che il libro “Pugni” era considerato a torto l’esordio di Grossi, ho voluto precisare che in realtà lo scrittore fiorentino è stato scoperto da Polistampa e non da Sellerio. E se ora sfrutto l’onda del successo di Grossi, che male c’è? Il suo romanzo lo merita».
La storia che racconta “Touché” è quella di quattro amici “profondamente artisti”, quasi bohemien del terzo millennio, aperti alla vita e anche agli eccessi: Charlie il pittore, Max il chitarrista, Paco il fotografo e infine Wolf lo scrittore, che per primo troverà la morte in modo misterioso. Un libro non facile, secondo l’editore: ma Enzo Siciliano ci credette tanto da organizzare presentazioni a Firenze e Roma. «Non andò benissimo – dice Pagliai – ma Siciliano era un talent-scout e ci aveva visto giusto».
Data recensione: 28/06/2006
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: David Fiesoli