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Gianfranco Fini e il suo doppio – e triplo, e poi infiniti altri specchi che lo rimandano: come era nel momento della sua massima gloria politica e istituzionale, ma già con l’ombra dell’imminente dimenticanza sullo sfondo

  “Lo strano caso di Fini e il suo doppio nell’Italia che cambia”, di Paolo Armaroli (Mauro Pagliai editore, 239 pp., 18 euro) Gianfranco Fini e il suo doppio – e triplo, e poi infiniti altri specchi che lo rimandano: come era nel momento della sua massima gloria politica e istituzionale, ma già con l’ombra dell’imminente dimenticanza sullo sfondo. Paolo Armaroli, professore di diritto pubblico e ex parlamentare di An, compie l’ultima radiografia (costituzionale) dell’uomo che fu il delfino di Almirante, che mutò il Msi nella trionfante An, per poi finire nel mesto tramonto di Fli, e addirittura, dopo aver guidato la Camera dei deputati, senza nemmeno uno scranno da semplice parlamentare. Fu quasi tutto, Fini – arrivò a far vacillare e quasi frantumare a terra l’intera epica berlusconiana – per ritrovarsi quasi niente. Anzi: niente, e basta. Per spiegare questo discorso Armaroli sceglie come riferimento un classico della letteratura del doppio. “Tanto per un costituzionalista quanto per l’uomo della strada è intrigante e strano vedere una personalità come il presidente della Camera vivere, un pò come nel capolavoro di Stevenson ‘Dr Jekyll and Mr Hyde’. due personaggi in un medesimo corpo. Proprio questo dualismo porta a un giudizio complesso: il presidente Fini ha svolto in maniera pressoché ineccepibile la sua parte di arbitro (ecco lo stimato Dr Jekyll), ma c’è l’altra faccia della medaglia, perché fuori da Montecitorio Fini non si è negato il piacere di dire la sua ‘Urbi et Orbi’, entrando così in rotta di collisione con l’allora presidente del Consiglio Berlusconi, con l’intero governo e con quel Pdl che lui stesso aveva contribuito a fondare (ecco lo stravagante Mr Hyde)”. Il libro prende in esame i cinque anni della passata legislatura, l’emergere di nuovi protagonisti come Matteo Renzi e Beppe Grillo, il consumarsi di antichi leader, la battaglia senza vincitori né vinti tra il Cav. e Bersani, la rapida ascesa e caduta di Monti. Tutti riflessi in un modo o nell’altro in uno specchio che sta per andare in frantumi. Lo specchio di Gianfranco Fini. 
Data recensione: 26/06/2013
Testata Giornalistica: Il Foglio
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