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Una mostra presso il Cenacolo di Fuligno di firenze (tra ottobre 2005 e gennaio 2006) ha riproposto la «fortuna» del pittore umbro Pietro Vannucci detto il Perugino e colma la lacuna

Una mostra presso il Cenacolo di Fuligno di firenze (tra ottobre 2005 e gennaio 2006) ha riproposto la «fortuna» del pittore umbro Pietro Vannucci detto il Perugino e colma la lacuna critica sulle sue opere fiorentine e sulla sua «scuola nella città e negli anni di Botticelli e di Lorenzo il Magnifico», come annota il soprintendente per il Polo Museale Fiorentino Antonio Paolucci nella presentazione in catalogo.
Lo studio e la valorizzazione del Convento delle terziarie francescane detto, dal 1429, di «Fuligno» perché dipendente dal monastero di Sant’Anna a Foligno, ha permesso di costruire un’esposizione di arte antica di tutto rispetto: «All’ombra di Raffaello» intitola la Curatrice, funzionario di Soprintendenza, il suo intervento in catalogo, spiegando le vicende di un museo e le ragioni della mostra. Il sito è infatti affidato all’amministrazione del Polo Museale Fiorentino che ha provveduto in questi ultimi anni alla tutela e alla valorizzazione di un luogo di proprietà del Governo dalla metà del XIX secolo.
In catalogo, S.Padovani si occupa poi del Cenacolo del Perugino, ricostruendo la storia della decorazione che si estende su tutta la superficie centinata della parete di fondo del refettorio: soggetto preferito dalle comunità monastiche fiorentine fin dal Trecento, venne trattato in modo inusuale dal Perugino, il quale aggiunse all’Ultima cena l’episodio successivo nel racconto evangelico della Passione, ossia l’Orazione nell’orto degli ulivi.
La seconda parte del catalogo presenta le opere esposte in mostra e si suddivide in una prima sezione «La Bottega del Perugino a Perugia», con la riproduzione delle opere dei collaboratori umbri e di artisti di ambito pinturecchiesco; una seconda sezione «La Bottega del Perugino a Firenze» con nove opere di artisti che collaborano anche col maestro; la terza e quarta sezione dedicate rispettivamente a «I seguaci del Perugino a Firenze e dintorni» e a «Il cenacolo di Fuligno»: quest’ultima sezione contiene le opere di grafica del Cinquecento relative a tale affresco e quelle prodotte dopo la riscoperta del 1843 quando si pensò a un’attribuzione a Raffaello.
Le due ultime sezioni contengono invece le testimonianze pittoriche dell’attività di perugino a firenze tra Quattro e Cinquecento e una carrellata di artisti detti «perugineschi», dal cremonese Tommaso Aleni detto il Fadino all’emiliano Francesco Raibolini detto il Francia e altri ancora.
Data recensione: 27/03/2006
Testata Giornalistica: La Civiltà Cattolica
Autore: ––