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Il sospetto di tangenti dietro all’accordo di Togliattigrad, che portò la Fiat a produrre auto in Unione Sovietica. La misteriosa fine di tre dirigenti torinesi coinvolti nell’operazione.

Il sospetto di tangenti dietro all’accordo di Togliattigrad, che portò la Fiat a produrre auto in Unione Sovietica. La misteriosa fine di tre dirigenti torinesi coinvolti nell’operazione. E ancora, luci ed ombre della Russia di Boris Eltsin dopo il crollo dell’Urss: il traffico di uranio con i paesi arabi, il piano per vendere la Siberia, i complotti del Kgb. Un thriller in uscita ad aprile e destinato a far discutere scava nel passato della terra di Putin per portare a galla molti segreti. Intitolato “Russia all’incanto. Il romanzo verità su Togliattigrad’’ (Mauro Pagliai Editore Firenze, pp. 336, euro 12) e scritto da Giacomo Wannenes, l’antiquario milanese che già nel 2000 aveva denunciato i misfatti del mondo dell’arte nel best seller “Vanity art’’ (elogiato dal “Times’’ e da “Le Monde’’, tradotto in Francia e Giappone), il libro è una spy story basata su fatti reali.
Quando il Partito Comunista decise di aprire le frontiere sovietiche all’industria automobilistica, la costruzione degli stabilimenti venne affidata alla Fiat. L’azienda torinese iniziò la produzione a Stavropol sul Volga, che nel 1964 fu ribattezzata Tolyatti (in Italia era chiamata “Togliattigrad’’) in onore dello storico segretario del Pci.
La fabbrica russa “AvtoVaz’’ iniziò così a produrre i suoi modelli esportati in tutto il mondo, tra i quali la celebre Zigulì. Ma molte ombre permangono intorno al patto tra l’Urss e l’Italia, che riuscì a passare avanti ad altri paesi interessati all’appalto, come il Giappone. Wannenes, che per lavoro ha percorso la Russia in lungo e in largo, ha attinto alla sua esperienza e ai racconti dei molti personaggi influenti che ha conosciuto, tra cui il corrispondente di un importante periodico italiano che preferisce non nominare: “Negli anni ’80 di Gorbaciov ho assistito alla nascita della stampa libera e al crollo di molte barriere. Ma ho paura che parlare di certi argomenti sia ancora un tabù”.
Data recensione: 26/03/2012
Testata Giornalistica: Adnkronos
Autore: ––