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Ha trattato del tema della diversità in “Nessie” ( Mauro Pagliai Editore) , la sua ultima fatica letteraria, lo scrittore giallista fiorentino Andrea Gamannossi. Eccolo ai nostri microfoni per un’intervista a cuore aperto...

Ha trattato del tema della diversità in “Nessie” ( Mauro Pagliai Editore) , la sua ultima fatica letteraria, lo scrittore giallista fiorentino Andrea Gamannossi. Eccolo ai nostri microfoni per un’intervista a cuore aperto...   Andrea, questa volta ti sei voluto cimentare su un argomento molto delicato quale la diversità... Come ti sei preparato ad affrontarlo? In tutta sincerità questo libro ha avuto una stesura lunga e travagliata. L’idea è sbocciata nella mia mente dopo qualche mese che era nata la mia nipotina Marta, affetta da sindrome di down. Mi sono avvicinato a questo mondo, che conoscevo solo in modo superficiale e in punta di piedi. Poi, pian piano, ne sono rimasto attratto, ho frequentato l’Associazione Trisomia21 di Firenze e ho capito molte cose. Ho capito soprattutto di come sia difficile nella società di oggi essere considerati “diversi”, e la purezza che ho letto negli occhi di questi bambini mi ha dato una spinta forte per scrivere questo giallo fuori dalle righe. La diversità può essere vista sotto tanti punti di vista, oggi – principalmente  si tende a vederla legata alla sessualità... Non hai mai pensato di trattare di essa? Questo è un altro tema altrettanto interessante, e credo che, nel mio romanzo, al di là della diversità specifica di uno dei protagonisti, Ben, che è appunto un quarantenne down, si tenda a evidenziare che tutti dovremmo essere uguali al di là di ogni scelta e di ogni apparenza. Nessie, il nomignolo del mostro di Loch Ness, è in fondo la metafora di questo messaggio: i mostri non sono quelli che ci vengono dipinti dalla società, ma ben altri: la solitudine, l’indifferenza, l’insofferenza per gli altri, l’assenza di socializzazione, il razzismo. Tutti mali che portano a gesti estremi come quello accaduto a Firenze pochi giorni fa dove un uomo apparentemente tranquillo ha sparato e ucciso due senegalesi e ne ha feriti altri. Immagino che tu sia stato molto criticato e nel contempo ammirato per questa scelta... Questa scelta è stata molto apprezzata, non credo di aver subito critiche particolari. Molti lettori hanno elogiato questo tentativo di lanciare un messaggio che può anche apparire scontato, ma che poi così scontato non lo è. Non c’è mai stato un momento che hai temuto di strafare dipingendola? Ho cercato di dipingere soprattutto Ben a tinte tenui, pastello. E credo che alla fine il libro, che mi è stato detto anche da alcuni critici, contenga un messaggio sociale non troppo dozzinale. Purtroppo in questi casi si rischia di cadere nel superficiale, nello scontato. Ho corso questo rischio senza pensarci troppo. E poi è bastato un sorriso di Marta, un suo abbraccio, per farmi capire che non mi stavo sbagliando. Anche stavolta ti sei valso dei consigli di tua moglie durante la stesura? Sì, anche questa volta alcuni suoi consigli sono stati molto preziosi. Mi sono inoltre avvalso della collaborazione di Antonella Falugiani, presidente dell’associazione Trisomia21 di Firenze, che mi ha dato dei suggerimenti sulla figura di Ben, e sul messaggio che doveva arrivare nei cuori dei lettori. Da uno a dieci quanto ne sei soddisfatto? Dieci, senza dubbio. Perché “Nessie” oltre a essere un giallo classico ricco di colpi di scena e con un finale a sorpresa contiene il messaggio che volevo lanciare. Inoltre per la prima volta una parte del romanzo si svolge a Scandicci, il mio paese, e questo riempie ancora di più di gioia il mio cuore.
Data recensione: 19/01/2012
Testata Giornalistica: Free Art News
Autore: Laura Gorini