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Un grande omaggio ad Arnolfo di Cambio, in occasione delle celebrazioni espositive del VII centenario dell’artista, è la grande mostra di scultura che si svolgerà al Museo di Santa Maria

Un grande omaggio ad Arnolfo di Cambio, in occasione delle celebrazioni espositive del VII centenario dell’artista, è la grande mostra di scultura che si svolgerà al Museo di Santa Maria del Fiore a Firenze. Sono oltre cento le opere esposte, molte delle quali conservate a Firenze, dove si attribuiscono ad Arnolfo, da Vasari in poi, i massimi monumenti dell’epoca: la chiesa di Santa Croce, Palazzo Vecchio e la nuova cattedrale di Santa Maria del Fiore, il capolavoro che l’artista iniziò a progettare dalla facciata avendo in mente, quali componenti culturali, il gotico di Francia e la tradizione classica.
L’importanza della mostra consiste, essenzialmente, nel presentare un’esposizione di sculture, evento raro soprattutto per opere di alta epoca e di dimensioni monumentali. Insieme ad altri capolavori in prestito dall’Italia e dall’estero (la Madonna di ambito di Nicola Pisano di Berlino, l’arnolfiana Annunciazione del Victoria and Albert Museum di Londra, la statua di Carlo d’Angiò dei Musei Capitolini e il fregio della tomba Annibaldi), che delineano il quadro della scultura della seconda metà del Duecento, sarà presente una selezione di importanti dipinti, sculture e oreficerie che permetteranno di ricostruire lo straordinario scenario artistico della città negli anni di Arnolfo, in relazione al contesto artistico dell’Italia centrale e all’Europa. Sotto l’aspetto scientifico la mostra offre alcune eccezionali opportunità. Gran parte delle opere sono restaurate nella circostanza e ora possono essere ammirate per quello che realmente erano. Per la prima volta vengono messi a confronto elementi di monumenti funebri o civici realizzati da Arnolfo nell’attività romana e umbra con le opere pertinenti al periodo fiorentino, anche quelle emigrate in Europa e oltreoceano e oggi riunite per l’occasione. E’ inoltre possibile visualizzare finalmente il rapporto scultura architettura della facciata della cattedrale, smantellata nel Cinquecento, anche attraverso l’esposizione di frammenti architettonici e musivi. Infine, la mostra mette in luce lo stretto nesso tra Arnolfo e l’altro grande protagonista del rinnovamento artistico dell’epoca, Giotto, dal momento che fu soprattutto la pittura a raccogliere l’immediata eredità dello scultore, prima che, oltre un secolo dopo, facessero tesoro delle sue idee artisti come Brunelleschi e Donatello.
Data recensione: 14/12/2005
Testata Giornalistica: Artfaq
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