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Ci sono eventi che sembrano non appartenerci. Siamo distanti da alcune realtà proprio perché la distanza fisica, geografica è vera e palpabile e questo, a volte, crea anche un abisso tra noi e gli altri. In alcuni casi per incanalarci verso la strada al

Ci sono eventi che sembrano non appartenerci. Siamo distanti da alcune realtà proprio perché la distanza fisica, geografica è vera e palpabile e questo, a volte, crea anche un abisso tra noi e gli altri. In alcuni casi  per incanalarci verso la strada altrui e capirne la vita non basta vestirne i panni o indossarne le scarpe il più delle volte necessitiamo di un buon libro, dell’inchiostro che sembri sangue e della carta che appaia coma se fosse carne. Questo è quello che ha operato Parada Ópera in me. Ha accorciato la distanza geografica con la Spagna, con la realtà dell’ 11 marzo 2004 e mi ha sballottato in un mondo che non conoscevo, lasciandomi dapprima sbirciare e successivamente vivere la vita di un altro, un altro che sarei potuto tranquillamente essere io, in un’ altra dimensione, in un’ altra verità. Ma andiamo con ordine. Parada Ópera narra la storia di un giornalista a cui l’autore non da un nome. Verrà continuamente nominato con gli appellativi di: giornalista, futuro scrittore, ex giornalista, l’italiano per dare al lettore una possibilità immedesimativa più forte e per rispettare tutte le vittime di una tragedia umana che ha cambiato le sorti di una nazione. Quest’uomo è affetto dalla sindrome di Peter Pan, è imprigionato in un lavoro che non lo soddisfa e da anni dice di scrivere un Libro che mai nessuno ha avuto l’onore di leggere. La sua vita sembra toccare sempre di più il fondo nonostante la consapevolezza che il tutto sia squallido e riduttivo e la forza necessaria per evadere da se stessi non è abbastanza. La spinta per migliorarsi arriva da Sofia, donna indipendente, in carriera e determinata che senza imporsi, senza neanche proporre cambiamenti attua nel protagonista una vera e propria evoluzione - rivoluzione. Parada Ópera è un romanzo pieno di pathos, intenso, incisivo che afferra il lettore dalle prime pagine. Incuriosisce, sbalordisce, fa sorridere e indignare. È un romanzo pieno di speranza, mai troppo smielato con una forte vena moderna. È un cerchio che chiudendosi svela i perché seminati lungo la storia. Potremmo definirlo moderno per il tema trattato e per il linguaggio utilizzato. Psicologico per la capacità interpretativa dei pensieri e sentimenti dei personaggi. Evocativo per i profumi, le immagini, di una Spagna straordinaria. In esso ho riscontrato il concetto di maschera di Pirandello. Il giornalista è consapevole di poter essere qualcun altro, sa di esserlo stato ma è cosciente che c’è una grande differenza tra chi è, chi vorrebbe essere e chi mostra agli altri di essere. È un romanzo ben scritto. Il linguaggio appare semplice ma la terminologia è ricercata e accurata. È di facile immedesimazione. I personaggi sono ben delineati e le storie narrate, anche quelle dei personaggi secondari, son intense e ben descritte. Tratta molteplici temi: la disfatta del desiderio personale, quindi la distruzione di un sogno. Il crollo di un uomo, la rinascita e la salvezza fisica e spirituale. Tratta  di mobbing, di politica, di diversità, di integrazione, di sentimenti e dell’universalità degli eventi. Ho riscontrato anche una piccola traccia di realismo magico. L’autore trasforma il libro, la stazione come canali tra una realtà infelice e una migliore proiettata nel futuro. Parada Ópera è un romanzo malinconico e ha un solo grande difetto, come tutti i libri che si rispettino una volta letto lascia un senso di vuoto alla bocca dello stomaco e riempie di perché. Arrivati all’ultimo rigo sorge la nostalgia per i personaggi appena lasciati e si ha il desiderio di ricominciare a leggerlo perché riporlo in libreria è come tradire un amico, abbandonare qualcuno a cui si tiene tanto. Marchi è davvero uno scrittore. Di quelli che oltre a possedere il talento hanno anche capacità tecniche e soprattutto la maestria di animare la parola. Non solo Parada Ópera ammalia dall’incipit incuriosendo il lettore ma spiazza con la frase finale in cui è chiuso un intero mondo.
Data recensione: 27/07/2010
Testata Giornalistica: Libero Arbitrio Blog
Autore: Caterina Armentano