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Lui è un giornalista, di origini italiane. È cresciuto a Siviglia, si è fatto da sé, il suo talento giornalistico è fiorito precocemente. Il trasferimento a Marbella doveva essere la coronazione della sua carriera già in giovane età, ma la dura legge del

Lui è un giornalista, di origini italiane. È cresciuto a Siviglia, si è fatto da sé, il suo talento giornalistico è fiorito precocemente. Il trasferimento a Marbella doveva essere la coronazione della sua carriera già in giovane età, ma la dura legge del più forte gli ha tarpato le ali, e si è trovato preda di una dura azione di mobbing. Adesso è a Madrid, sotto contratto nella redazione di un settimanale rosa: quasi quarant’anni, impegnato in mille relazioni senza importanza, semialcolizzato, fumatore accanito, con un lavoro che detesta e il Libro nel cassetto da una vita. Lui, in definitiva, è vittima di una seria sindrome di Peter Pan, o semplicemente di ciò che affetta molte persone in questo mondo: mancanza di coraggio, di fermezza nelle proprie decisioni, paura del cambiamento e cattiva abitudine di procrastinare tutto ciò che è possibile rimandare. Lui è un uomo come tanti, insoddisfatto della propria vita come tanti, sfiducioso nei confronti del prossimo come tanti, vive la sua vita alla giornata come tanti: potrebbe essere te, me o chiunque altro, ma questa è la sua vita.
Parada Ópera è il libro di esordio di Alessandro Marchi. Analizzarne la trama, o semplicemente inserire il romanzo in un genere narrativo già esistente, sarebbe probabilmente inutile: il libro manca di un intreccio degno di nota; volendo forzare i termini, potremmo definirlo come il romanzo di formazione di un uomo già adulto, almeno biologicamente: le vicende quotidiane di un uomo ordinario, il suo lavoro, le sue relazioni sentimentali, le sue amicizie, le sue amare riflessioni verso una vita che non lo appaga, il suo sogno nel cassetto che non prende forma, fino a un capolinea che intreccia storia immaginata e storia reale. Voler dire qualcosa di più sul finale significherebbe sminuire il romanzo: per cui, se vorrete leggerlo, vi lascio allo stupendo epilogo e alle eloquenti note finali dell’autore.
La prosa di Marchi è matura: è evidente la sua professione giornalistica dalla focalizzazione sul dettaglio significativo, ma il libro è arricchito da numerose descrizioni suggestive dell’ambiente spagnolo (che rivelano un profondo amore per la Spagna e per la sua cultura), partendo dalla fertile Andalusia per finire negli scenari urbani madrileni. Frequentemente vengono utilizzati termini tipici spagnoli quasi intraducibili in italiano ed espressioni gergali del parlato, che conferiscono alla narrazione un opportuno tocco di realismo.
Il romanzo, comunque, non è scevro da lacune: l’arco ambientato a Marbella, un ridotto flashback conchiuso in un capitolo a sé stante, è tirato via piuttosto superficialmente; vista la precisione a volte persino eccessiva con cui vengono descritte altre vicende, sarebbe stata auspicabile maggior attenzione nel narrare la parte di passato del protagonista che l’ha portato a essere ciò che è nel presente. A volte, inoltre, sono stati inseriti episodi decisamente ingenui: primo tra tutti, l’incontro con una festa di zingari al Restivo, che mette in moto un processo di cambiamento nel protagonista (più ‘raccontato’ che realmente avvenuto, peraltro), è un espediente narrativo logoro. L’incontro fortuito con un’alterità socialmente considerata degradata, che invece permette ‘magicamente’ di scoprire che i propri problemi in fondo non sono poi così gravi e di rivedere le proprie esperienze alla luce del nuovo punto di vista, è stato così utilizzato nella storia del romanzo postmoderno (e non solo) che ormai risulta veramente poco credibile.
Buona l’edizione, purtroppo di tanto in tanto si intravede qualche svista, soprattutto nella punteggiatura (che in realtà non si sa se imputare ad autore o a stampatore).
Per concludere, Parada Ópera è un buon romanzo d’esordio – che ben poche volte scade nel lacrimevole pur trattando ampiamente di sentimenti, e questo è un ottimo punto a favore – con un ampio margine di miglioramento che si spera vivamente sarà riempito in eventuali prossime opere dell’autore.
Data recensione: 13/05/2010
Testata Giornalistica: Noi del Ghetto dei Lettori
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