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FIRENZE aise - …Avevo preso la patente a quarant’ anni per accompagnarlo agli allenamenti. In realtà quel giorno mi disse una piccola “bugia”. Mi chiedeva un’altra cosa: voleva che tenessi alzato il portabagagli dell’auto per allenarsi con il dietro-mac

FIRENZE aise - …Avevo preso la patente a quarant’ anni per accompagnarlo agli allenamenti. In realtà quel giorno mi disse una piccola “bugia”. Mi chiedeva un’altra cosa: voleva che tenessi alzato il portabagagli dell’auto per allenarsi con il dietro-macchina. E lui, dietro con la bici, con il vento in faccia. Lo vedevo felice in bici, era raggiante. Capivo che quella era la sua vita. “Grazie mille, mamma – mi abbracciava dopo la fatica –, quando sarò grande correrò con Moser e Saronni e ai miei tifosi farò l’autografo”…
Così Graziella Ballerini ricorda il figlio Franco in una delle tante pagine toccanti di “Azzurra è la notte. Franco Ballerini, l’uomo”, curato da Gaia Simonetti e appena uscito per Mauro Pagliai Editore (pp.80, euro 12). Il volume, dedicato al grande ciclista e CT azzurro scomparso lo scorso 7 febbraio in un incidente stradale, raccoglie in 80 pagine tra testi e fotografie le testimonianze dei suoi familiari e di molti amici, tra cui Paolo Bettini, Marcello Lippi e Javier Zanetti.
Il volume nasce dunque dalla volontà di tanti amici di ricordare Ballerini, prima che del commissario tecnico della Nazionale di ciclismo, qui si parla dell’uomo. La mamma Graziella ripercorre i primi passi di Franco in bicicletta, la moglie Sabrina non dimentica il primo giorno che l’ha visto così come Riccardo Nencini, memore della loro amicizia nata sui banchi di scuola, mentre Alfredo Martini lo racconta come “un figlio”. E ancora il commissario tecnico di calcio, Marcello Lippi, racconta le chiacchierate a cena a Viareggio, Paolo Bettini rivive le tensioni, la fatica e la preparazione che lo hanno portato alla medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Atene 2004.
In ogni pagina scritta dagli amici e dai familiari di Franco emerge la genuinità di un uomo che aveva sempre il sorriso sulle labbra e sapeva ascoltare. Era questa la grande forza del Ballero e il libro, oltre a ricordarlo, vuole essere un modo di ringraziarlo. (aise)
Data recensione: 11/05/2010
Testata Giornalistica: Aise
Autore: ––