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“E per maggior confirmatione del non haver io né tenuta, né tener per vera la dannata opinione della mobilità della terra, e stabilità del Sole, se mi sarà conceduta, sicome io desidero, habilità, e tempo di poterne fare più chiara dimostratione, io sono

FIRENZE aise - “E per maggior confirmatione del non haver io né tenuta, né tener per vera la dannata opinione della mobilità della terra, e stabilità del Sole, se mi sarà conceduta, sicome io desidero, habilità, e tempo di poterne fare più chiara dimostratione, io sono accinto a farla, e l’occasione c’è opportunissima...”. Sono parole di Galileo Galilei, pronunziate il 30 aprile del 1633 davanti al tribunale del Santo Uffizio, con le quali lo scienziato pisano è costretto a prendere le distanze dalla teorie copernicane per evitare pene gravissime. Gli atti del processo, che si concluse il 22 giugno dello stesso anno con la condanna per eresia e l’obbligo dell’abiura, sono soltanto una delle preziose testimonianze contenute in “Galileo Galilei. Lo splendore e le pene di un divin uomo”, pubblicato da Mauro Pagliai Editore a cura di Sergio Pagano (pp.256, euro 38).
Un volume riccamente illustrato che saluta degnamente l’Anno internazionale dell’Astronomia e rivela i volti di protagonisti e comprimari, la fitta corrispondenza tra amici e avversari, il dibattito nelle cerchie degli ecclesiastici e dei dotti, la gestazione di opere fondamentali nella storia del pensiero scientifico e filosofico, i travagli di Galileo, “divin uomo” chiamato a pagare con l’umiliazione e l’isolamento il privilegio di cambiare il cammino della conoscenza e la concezione che l’uomo ha di se stesso e dell’universo.
Frutto di un accurato lavoro di ricerca da parte di monsignor Pagano, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, esperto di storia religiosa e profondo conoscitore della vita di Galileo, l’opera ripercorre le tappe più drammatiche della vita del grande scienziato, accompagnate da numerose illustrazioni, fotografie a colori e documenti esclusivi, come le lettere scritte alle autorità ecclesiastiche e i verbali del processo.
Nel 1632 viene pubblicato il celebre Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, dove Galilei mette a confronto la teoria geocentrica di Tolomeo, allora abbracciata dalla Chiesa, con quella eliocentrica di Copernico, ritenuta eretica in quanto apertamente avversa alle sacre scritture. Accusato dal papa Urbano VIII di abbracciare le idee copernicane, Galileo, che già era stato interrogato dal Sant’Uffizio nel 1916, è costretto nel 1933 a tornare a Roma ed affrontare un processo per eresia. Anziano e infermo, viene imprigionato, minacciato di tortura e infine costretto ad abiurare pubblicamente per evitare la condanna a morte. La pena sarà la prigione a vita, che sconterà nella sua villa di Arcetri, vicino a Firenze, dove trascorrerà i suoi ultimi anni (morirà nel 1642) nella malattia e nell’isolamento.La Chiesa moderna commemora la vicenda umana, culturale e spirituale dello scienziato pisano in un’opera rigorosa come un trattato, ma avvincente come un romanzo, in cui le fonti documentarie e la ricca galleria d’immagini aiutano il lettore a ricostruire la storia di un “divin uomo”, che vede oggi, seppur da morto, universalmente riconosciuta la propria grandezza. (g.d.l.aise) 
Data recensione: 16/02/2010
Testata Giornalistica: Aise
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