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È in libreria l’opera di esordio di un giornalista ben conosciuto fra gli appassionati del tennis, collaboratore del nostro magazine. Un libro ironico, ispirato, a tratti surreale, che sorprende irridendo i pericoli insiti nell’elettrodomestico che ha cam

È in libreria l’opera di esordio di un giornalista ben conosciuto fra gli appassionati del tennis, collaboratore del nostro magazine. Un libro ironico, ispirato, a tratti surreale, che sorprende irridendo i pericoli insiti nell’elettrodomestico che ha cambiato la nostra vita
“Aveva provato a salvare un’altra volta suo figlio, con il risultato che in quel momento vedeva di nuovo l’addetto alla sicurezza nella sua camera, in piedi, braccio teso e pistola puntata, dritta, inesorabile, alla sua tempia. Suo figlio, dal canto suo, aveva tante di quelle cose nello sguardo che provare ad elencarle tutte gli avrebbe fatto venire un accesso di nausea. Gli venne il dubbio che fosse il momento di chiedersi qualcosa, una cosa che probabilmente succedeva a molti alla sua età, anzi, una di quelle cose che nei film alla tv gli avevano fatto vedere talmente tante volte che erano state promosse al ruolo più sicuro nella società moderna, più di prestigio: quello di luogo comune. Il luogo comune in questione era chiedersi dove aveva sbagliato”.

Un 35 per cento di Philip K. Dick, un 10% di Stephen King, un pizzico di Stefano Benni, con l’aggiunta ispirata, da spargere un po’ ovunque, di David Foster Wallace: mescolare con sapienza, aggiungervi il tocco originale di un giornalista che i lettori di “Match-point” (così come quelli del blog www.ubitennis.com) ben conoscono, ed ecco materializzarsi “Cinquanta”, l’opera prima di Gianluca Comuniello. Questa ricetta, con la sua particolare composizione, è stata fornita direttamente dall’autore, 31enne nato a Fucecchio ma residente a Castelfranco di Sotto (in provincia di Pisa), e dona certamente, fin dal primo impatto, un senso di prelibatezza allo stato puro.
Pubblicato da Mauro Pagliai Editore in Firenze nell’ambito della collana Formula30, dedicata al lancio di giovani talenti letterari all’esordio, “Cinquanta” contiene due racconti: il primo, più lungo, da cui l’intera opera trae titolo, più un altro, “Replica”, composto da sei paginette, con le quali il libro si chiude e trova una sua definitiva compiutezza. “Una specie di CD singolo”, lo definisce l’autore, “con il pezzo principale, più il lato B, più corto”.
Pur nella sua brevità (sono in tutto una sessantina di pagine), si tratta di un libro che merita di essere letto con la giusta calma e attenzione, per cogliere al meglio tanti piccoli particolari che l’autore ha disseminato qua e là fra le righe. A partire dal fulminante attacco riportato sopra, infatti, “Cinquanta” è una fonte continua di autentico stupore e irrimandabili riflessioni.
“Le vicende”, spiega Comuniello, “si svolgono in un fanta-presente e in un fanta-passato. Forse in una fanta-Italia, come si dice nella quarta di copertina. Il motore iniziale della storia è un padre che vede suo figlio minacciato dalla pistola di un addetto alla sicurezza del suo televisore. La colpa del padre è aver spento la tv del figlio. Da lì si va avanti, ma anche indietro, e di lato e in tondo”.
Insomma, una sorta di fantascienza nazional-popolare, trattata con il gusto innegabile dell’arguta ironia, portata spesso deliberatamente ai confini del paradosso. E forse anche oltre...
Di certo si tratta di una lettura godibilissima, e non poteva essere altrimenti per chi apprezza già da tempo la bella penna di Gianluca; una penna che, nel passaggio dalle cronache tennistiche alla narrativa, non perde nulla del consueto smalto e dell’abituale brillantezza.
Data recensione: 16/12/2009
Testata Giornalistica: Matchpoint Magazine
Autore: Fabrizio Fidecaro