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Intervista all’autore del libro intitolato “Cinquanta”. È Gianluca Comuniello, apprezzato vicedirettore “anziano” (ma non troppo...) di Ubitennis che ha scritto 66 pagine (da leggere tutte d’un fiato) di pura narrativa. Un libro attuale che vive in mezzo

Intervista all’autore del libro intitolato “Cinquanta”. È Gianluca Comuniello, apprezzato vicedirettore “anziano” (ma non troppo...) di Ubitennis che ha scritto 66 pagine (da leggere tutte d’un fiato) di pura narrativa. Un libro attuale che vive in mezzo al guado fra Fanta-Presente e Fanta-Passato Ho intervistato Pietrangeli e Panatta, Lendl e McEnroe, Becker e Edberg, Agassi (già…) e Sampras, Federer e Nadal, Rosolino e Fioravanti, Biaggi e Rossi, e fuor dal tennis e dallo sport tanti altri, Mick Jagger e David Bowie, Margaret Thatcher e Sandro Pertini... ma (quasi) sempre sapevo di quel che parlavo. Cosa chiedere e, talvolta, anche quali risposte aspettarmi. Vicende sempre vissute senza avvertire particolari imbarazzi. Ma confesso che intervistare uno dei più fidi collaboratori di Ubitennis, uno dei migliori in assoluto, tanto brillante e capace quanto -  al contempo - imprevedibile come Gianluca Comuniello, invece qualche problemino pseudo-esistenziale me lo ha creato.
Chiedere a Gianluca di che cosa parla e cosa vuol dire il suo libro può sembrare semplice. Secondo me parla infatti della televisione e dell’effetto che ha sulla vita delle persone (ma non poteva scrivere sui siti web e su Ubitennis? ho pensato lì per lì sprofondando fra i cuscini del mio esasperato egocentrismo e dello sviscerata passione per questo sito).
Sbagliato. Secondo lui, infatti, no. Prima di leggerlo (e di trovarlo assai intrigante, anche se non di immediata comprensione…sorry, è meglio essere anche intelligenti quando si legge un autore intelligente) gli avevo chiesto di dirmi di cosa parlasse il suo libro.
E lui se n’era venuto fuori con una frase strana: “Una sintesi che non farà vendere nemmeno una copia: è una meta-narrazione in cui il punto di vista si avvita su sé stesso, come in un gioco di specchi”. Ma non si parlava di televisori? Gli ho chiesto. “Specchi, televisori. Sempre roba che proietta un immagine e modifica i comportamenti”. Sono rimasto sorpreso. Non solo dalle sue risposte, ma dal fatto stesso che avesse in testa questo tentativo letterario e… io ne fossi completamente all’oscuro. M’ha preso proprio in contropiede.
Ora…parlare di un libro di narrativa in un sito dedicato al 100% all’informazione sportiva è un esercizio piuttosto difficile (lo fanno molto bene Steve Tignor e Kamakshi Tandon su tennis.com per intendersi), quindi ho tentato di nuovo la scorciatoia, cercando di capire da lui come si potesse presentare “Cinquanta” la sua prima opera di narrativa edita da Polistampa, casa editrice fiorentina:
“È una specie di cd singolo, con il pezzo principale che si chiama appunto “Cinquanta” e il lato B, più breve, che si intitola “Replica”. Cinquanta si svolge in un fanta-presente e in un fanta-passato. Forse in una fanta-Italia, come si dice nella quarta di copertina. Il motore iniziale della storia è un padre che vede suo figlio minacciato dalla pistola di un addetto alla sicurezza del suo televisore. La colpa del padre è aver spento la tv del figlio. Da lì si va avanti, ma anche indietro e di lato e in tondo.” Gianluca aveva già dimostrato un’attenzione per il mondo della narrativa. Ricordo il suo pezzo sulla morte di David Foster Wallace sul blog, pubblicato a caldo e molto sentito. E altri pezzi anonimi (cioè non firmati), ma di grande qualità. Gli chiedo quindi chi sente ci sia dentro al suo libro, da chi si sente influenzato.
“Credo sia blasfemo dire che il libro si rifà a qualcuno, ma alcuni scrittori hanno sicuramente influenzato la stesura. Quindi direi che c’è un 35% di influenza Philip Dick, un 5% di Stefano Benni, un 10% di Stephen King. E sì, c’è tantissimo Wallace nel senso che parlare di tv è parlare di meta-narrazione, cioè di uno strumento che a sua volta narra. E confonde le carte in tavola, molto spesso.” Immagino che l’altro 50% sia un Comuniello allo stato puro. E forse quel 50% originale mi piace più di quell’altro 50% cui lui dice di ispirarsi. Sono particolarmente orgoglioso di poter presentare il libro di Gianluca, collaboratore del blog e del sito già da più di due anni, il vice più “anziano” che ha, beato lui, la metà dei miei anni. Qualcosa mi dice che sarà il primo di una lunga serie (me lo auguro per lui…pur sapendo che così Ubitennis probabilmente se lo perderà). Il libro, 64 pagine da leggere in un fiato, si può acquistare sui siti www.polistampa.com e www.leonardolibri.com, oltre che nelle maggiori librerie dove si trova dal 15 ottobre. Dopo aver lanciato nel mondo della tv e del giornalismo già alcuni giovani collaboratori, è per me motivo di grandissima soddisfazione, aver “battezzato” un giovane scrittore. Chi ha apprezzato qui la sua prosa, il suo stile ironico, lo humour assai British - si vadano a rileggere le sue cronache quotidiane dall’open d’Australia 2009 - non potrà non avere la curiosità di leggerlo. Io l’ho avuta. E sono contento di averla avuta. Voi…comprate il libro (trattasi di modesto investimento, appena 5 euro, ben ripagato) e sappiatemi dire.
Data recensione: 17/11/2009
Testata Giornalistica: Ubitennis
Autore: Ubaldo Scanagatta