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Sono undici racconti, quelli del libro di Giovanna Gemignani, “Livida luna”, che fotografano gli aspetti più brutali della realtà in cui viviamo. Sono situazioni purtroppo a noi ben note, perché quotidianamente ne siamo subissati dai media.

Sono undici racconti, quelli del libro di Giovanna Gemignani, “Livida luna”, che fotografano gli aspetti più brutali della realtà in cui viviamo. Sono situazioni purtroppo a noi ben note,   perché quotidianamente ne siamo subissati dai media. Droga, omicidi, stupri di gruppo, infanzia negata, violenze subite all’interno della famiglia, relazioni umane impossibili, assenza di amore, ossessioni, disattenzione ai bisogni degli altri, tutto qui appare sotto una veste letteraria, la speranza è assente e l’apertura a un sorriso di speranza, se una volta compare, è una possibilità che il lettore finisce presto per dimenticare. Infatti talora il racconto ha la suspence  di un giallo, altre volte la cupa tensione di un noir, ma soprattutto si scende nei più neri bassifondi della immoralità e della disumanità. La solitudine  esistenziale è talmente forte da diventare quasi la protagonista. Il narrare della Gemignani è asciutto, veloce, con un periodare paratattico, con il  distacco di chi cerca di guardare in modo oggettivo, fino ad apparire impietoso, in un susseguirsi rapido di fatti come nella sceneggiatura di un film d’azione, con epiloghi improvvisi e taglienti. Il racconto di chiusura contiene in un incubo tutte le paure che accompagnano la vita di una donna oggi.
Data recensione: 16/01/2010
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Marisa Cecchetti