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Barzini portò nel nostro giornalismo un nuovo modello di scrittura, mutuato dal mondo anglossassone durante il periodo vissuto a Londra, come corrispondente e poi, con la frequentazione dei più importanti colleghi

Barzini portò nel nostro giornalismo un nuovo modello di scrittura, mutuato dal mondo anglossassone durante il periodo vissuto a Londra, come corrispondente e poi, con la frequentazione dei più importanti colleghi di tutto il mondo. La rivolta dei boxer in Cina, rivela nel 1900 le sue geniali qualità. Da quel momento non c’è avvenimento nazionale e internazionale che non lo veda in prima linea: la guerra russo-giapponese, il raid Pechino-Parigi, il terremoto di Messina, la prima trasvolata delle Alpi, le guerre di Libia e dei Balcani, l’apertura del canale di Panama e la rivoluzione messicana del 1914, lo stesso evento in cui furono presenti John Reed (l’autore dei “Dieci giorni che sconvolsero il mondo”) e Jack London. E ancora, la prima guerra mondiale e il trattato di Versailles. Originale, per l’epoca, il taglio delle sue “lettere” dalla Transiberiana, dall’Argentina, dal Libano, dal Mrocco, dagli Stati Uniti, dalla Russia zarista e da quella sovietica, in cui sono raccolte precise osservazioni sulle diverse nazioni e sulle loro realtà.Nel libro, la vita di Barzini s’intreccia con le vicende del giornalismo italiano, con lo sviluppo del “Corriere della Sera” e con le difficoltà di una vita da giramondo, quasi sempre lontano dalla famiglia.
Data recensione: 01/03/2009
Testata Giornalistica: Giornalisti
Autore: Mauro De Vincentiis