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Questo libro raccoglie i testi di un’importante mostra – curata magistralmente da due insigni storici dell’Umanesimo italiano, Roberto Cardini e Paolo Viti –, dal titolo Coluccio Salutati e Firenze. Ideologia e formazione dello Stato, che si è tenuta presso l’Archivio di Stato di Firenze (9 dicembre 2008 - 14 marzo 2009), su iniziativa del Comitato Nazionale per le celebrazioni del VI centenario della morte di Coluccio Salutati (1406-2006), presieduto da Massimo Miglio. L’iniziativa è stata inserita in un più ampio percorso sulla matrice umanistica dell’Europa moderna – impostato dal Centro di Studi sul Classicismo e dalla Scuola Internazionale di Dottorato in Civiltà dell’Umanesimo e del Rinascimento dell’Università di Firenze – che comprendeva anche un Convegno di studi sull’ambiente fiorentino (cui è stato dato il titolo più generale di Le radici umanistiche dell’Europa) in cui Salutati operò, in qualità di cancelliere della Repubblica di Firenze, per circa un trentennio (1375-1406).
Quello del cancellierato di Salutati è stato, come rilevano i curatori nel saggio introduttivo al catalogo, «un periodo cruciale nello sviluppo della vita e della storia di Firenze in un momento in cui la città e i suoi abitanti si proiettano verso nuove esperienze politiche, istituzionali e culturali che portano alla formazione di un’entità regionale più moderna, anticipatrice di altre e ancora più decisive realtà statuali» (p. XXI). Egli fu, in primo luogo, un esponente di rilievo della cultura del suo tempo; anzi, a partire dalla morte del Petrarca (1374), ne divenne il capo riconosciuto, facendosi latore del passaggio dalle forme innovative di studio elaborate da messer Francesco alla loro successiva propagazione come nuova e autonoma letteratura umanistica. Eugenio Garin ebbe a coniare per Salutati un’immagine di straordinaria efficacia quando scrisse che nell’espletamento del lavoro di cancelleria e nella passione intellettuale l’umanista «è lì a consigliare, a persuadere, a scrivere migliaia di missive, le cui minute spesso autografe in dodici registri dell’Archivio fiorentino so no un documento commovente di stile, di sapienza politica, di umanità […]. La sera, a casa, Salutati scriveva le lettere private: quel suo grande epistolario che regge il confronto con quello del Petrarca; ma la separazione fra lettere private e epistole ufficiali, e fra epistole e trattati non è possibile» (cfr. E. Garin, in R. Cardini - P. Viti [a cura di], I cancellieri aretini della Repubblica di Firenze, Firenze 2003, p. 3).
Pensiero e vita politica, in Salutati, sono un tutt’uno. La sua attività – simbiotica – di cancelliere e umanista può essere anche dimostrata esaminando quelli che de facto sono i suoi capolavori letterari: l’epistolario privato e il carteggio pubblico. Scrive ancora Garin in un’altra celebre pagina dedicata al grande cancelliere fiorentino: «Ogni pagina del Salutati è traversata da questa esigenza di un filosofare che sia scuola di vita, meditazione seria e profonda di problemi di vita» (cfr. L’umanesimo italiano, Roma-Bari 19942, p. 37). E aggiungiamo noi, insieme ai curatori del volume, «nella sua quotidiana produzione epistolare c’è un continuo interscambio di idee, di concetti, di riflessioni che dimostrano la sua capacità di affrontare i problemi più diversi […], con una dimensione aperta e disponibile a confrontarsi con le figure più significative del suo tempo, in un mai interrotto colloquio che si estende ad ogni angolo dell’Italia e dell’Europa» (p. XVIII).
Il catalogo si articola in undici sezioni – ognuna delle quali è costituita da un saggio a cui fanno seguito diverse, rigorosissime schede redatte da una équipe di validissimi studiosi – e comprende gli interventi di Vanna Arrighi, La Valdinievole al tempo di Coluccio Salutati (pp. 3-5); Paola Benigni, I principali organi della direzione politica nell’età di Coluccio Salutati (pp. 21-26); Ilaria Marcelli, I protagonisti della lotta politica (pp. 37-38); Vanna Arrighi, La cancelleria fiorentina al tempo di Coluccio Salutati (pp. 55-59); Raffaella Maria Zaccaria, Coluccio Salutati cancelliere delle Tratte (pp. 67-70); Franek Sznura, La guerra tra Firenze e papa Gregorio XI (pp. 89-92); Laura De Angelis, I Ciompi (pp. 103-104); Lorenzo Tanzini, L’espansionismo in Toscana (pp. 117-120); Andrea Barlucchi, La guerra tra Firenze e Gian Galeazzo Visconti (pp. 137-139); Paolo Viti, La «Florentina Libertas» e l’ideologia antitirannica (pp. 151-157); Nicoletta Baldini, Coluccio Salutati dalla Valdinievole a Firenze. Per un itinerario artistico (pp. 215-217).
L’apparato fotografico è decisamente ricco e include preziosi documenti autografi, atti notarili, diplomi, codici miniati, carte topografiche, ritratti, ecc.; immagini provenienti, quasi per intero, dall’Archivio di Stato di Firenze e dalla Biblioteca Medicea Laurenziana. Sono documenti, questi, che danno prova dell’umana operosità, della passione e dell’impegno nella “costruzione della città terrena, nella società” che Coluccio fu solito testimoniare nella sua fede per la florentina libertas; una vocazione alla vita activa e alla tutela del bene comune che, insieme alla patria e agli amici, fu per lui la cosa in terra più dolce.
Data recensione: 01/07/2010
Testata Giornalistica: Mediaeval Sophia
Autore: Vincenzo M. Corseri