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Andrea Spini ci introduce alla complessità del problema religioso in cinque tra i più grandi intellettuali fiorentini del Novecento. Lo fa rispolverando vecchie interviste rilasciate tra il 1986 e il 1995 su Religione e società, rivista

Andrea Spini ci introduce alla complessità del problema religioso in cinque tra i più grandi intellettuali fiorentini del Novecento. Lo fa rispolverando vecchie interviste rilasciate tra il 1986 e il 1995 su Religione e società, rivista particolarmente capace di coniugare questioni laiche e non, in un contesto politico e sociale sempre attualizzante. Sono veri e propri dialoghi in cui la tematica religiosa emerge come componente centrale di un pensiero e di una visione del proprio tempo che sfugge a facili catalogazioni e che puntualizza, in più di un’occasione, la sommarietà con cui la critica, troppo spesso a caccia di facili definizioni e di etichette, ha liquidato la dimensione metafisica di poeti, scrittori e filosofi. È così un piacere ascoltare le parole pacate e precise di Mario Luzi, che si impegnano a scandire la differenza tra religione e religiosità, tra innata tendenza al metafisico – all’idea, cioè, che “le cose non finiscono nelle cose stesse” – , e la semplicistica definizione di poeta cattolico che troppo superficialmente gli viene attribuita. Quello di Luzi – è l’autore stesso a dichiararlo – si può definire piuttosto un “cattolicesimo affettivo” che riconduce a Manzoni e insieme ad Agostino, e che contemporaneamente sfugge a una visione clericale della fede. Il suo si rivela un rapporto con l’oltre radicato nella giovinezza e sempre capace, poi, di intridere e animare la poesia, la parola che, più di ogni altra, prova a dare voce all’insolubile. Così è anche per il travagliato protestantesimo di Fortini, per l’educazione evangelica della famiglia Spini, per l’impegno costante di Garin nel chiarire le nostre stesse radici religiose e culturali attraverso un continuo richiamo alla storia delle idee. Da questo punto di partenza si apre al lettore il bellissimo scorcio di una Firenze inquieta, desiderosa di partecipazione civile e di ribellione, ora silenziosa e ora vociante contro il dilagare del regime mussoliniano e sempre attenta ai cambi di scena del dopoguerra e ai rivolgimenti del Sessantotto. Ma non è il solo merito di queste Conversazioni a Firenze: discutere di religione inevitabilmente porta gli intervistati a riproporre e ripresentare la loro idea di società, di intellettuale, di impegno militante. E per una volta tutto questo non ci viene compendiato da esperti del settore, ma lo ritroviamo consegnato direttamente alla voce viva, accessibile e attuale dei protagonisti.
Data recensione: 01/12/2008
Testata Giornalistica: Che Libri
Autore: Marco Balzano