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Non serve a nulla una lettura che non metta a fuoco, che non incendi, che non alimenti e ravvivi le ragioni più profonde nel nostro vivere e del nostro morire. O la lettura fa questo, cioè testimonia l’uomo in quanto creatura

Non serve a nulla una letteratura che non metta a fuoco, che non incendi, che non alimenti e ravvivi le ragioni più profonde del nostro vivere e del nostro morire. O la letteratura fa questo, cioè testimonia l’uomo in quanto creatura nei suoi movimenti elementari di amore, desiderio, sconfitta e paura, come diceva Mario Luzi, oppure lasciamola perdere. E’ chiacchiericcio, è niente. Rodolfo Doni sa bene questo e da notevole scrittore del nostro Novecento, da letterato che si sente profondamente radicato in una consapevolezza cristiana, nei suoi libri è riuscito ad indagare un’esperienza difficilissima da definire eppure così connaturata alla nostra condizione umana e quindi così familiare a tutti noi: l’esperienza del limite, del nostro limite, umano e terreno. La fede in Doni non è mai, per fortuna, un’assoluta certezza in Colui che redimerà il mondo. E’ anzi un affidamento febbrile e inquieto del suo e del nostro limite, della sua e della nostra finitudine. Doni non ha mai indossato la maschera militante di chi, sentendosi animato da una luce universale, si sente al riparo da tutto. Tutti i personaggi dei suoi romanzi infatti sono colti nel momento della loro vita in cui tutto è possibile, cadere e risorgere, slanciarsi e ingobbire, racchiudono in loro remissività e intraprendenza, denuncia e corrucciato mutismo. Anche Doni stesso, riscrivendo il dialogo ininterrotto con il figlio morto in un incidente stradale (adesso racchiuso nel libro Con te nella resurrezione), patisce e soffre questa disparità tra le nostre volontà e la volontà di Colui che gli ha portato via il figlio. E’ difficile accordarsi con la misura di Dio. Ma a differenza del nichilismo che bolla la vita come una fregatura, Rodolfo Doni tenta sempre questo sperato e difficilissimo accordo. Non è un caso infatti che, al convegno fiorentino appena dedicatogli e organizzato da Alessandro Andreini, il professore d’oltreoceano Andrea Guiati abbia detto che quel titolo Con te nella resurrezione contiene in sé, senza dirlo o ammetterlo apertamente, una trepida e sospirata aggiunta: noi con te nella resurrezione. Le credenze religiose non sono nulla se non sono intimamente inquietidini religiose.
Data recensione: 01/01/2009
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Luca Nannipieri