Libri, «Conversazioni a Firenze», 5 intellettuali fra obbedienza e rifiuto del potere

“Conversazioni a Firenze” è il titolo del volume a cura di Andrea Spini pubblicato da Mauro Pagliai editore (pagine 144, euro 9). Realizzate da Arnaldo Nesti e Pietro De Marco tra la fine degli anni ‘80 e la prima metà degli anni ‘90, si tratta di interviste a Mario Luzi, Giorgio Spini, Eugenio Garin, franco Fortini e Ferruccio Masini sul rapporto tra intellettuali e potere. Dalla Firenze  « dei favolosamente ricchi anni ‘30» a quella attraversata dalle inquietudini del ‘68, prende vita la ragnatela di frustrazioni, speranze,  «astratti furori», equivoci, drammi in cui si costruirono quelle biografie sospese tra obbedienza e rifiuto di un Ordine costituito. Che significò essere  «figlio del ghetto evangelico» - come Giorgio Spini – negli anni del consenso al regime fascista? Oppure essere cattolici «diversi» come Mario Luzi – di fronte al clerico – fascismo dei patti lateranensi del ‘29? E ancora: porre il problema della salvezza individuale – come Fortini e Masini – di fronte al clerico – fascismo dei patti Lateranensi del ‘29? E ancora: porre il problema della salvezza individuale – come Fortini e Masini – di fronte ai sogni di redenzione collettiva proposta dal materialismo storico? Nelle risposte a queste domande la faticosa fuoriuscita della pratica della dissimulazione onesta che dal Seicento aveva caratterizzato l’atteggiamento della cultura verso L’Autorità.