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I rifiuti crescono inesorabilmente. Dalle strade di Napoli e dalle nostre discariche a forma di montagnola tracimano ovunque, superando anche i confini della realtà. Non solo le pagine dei giornali e le immagini

I rifiuti crescono inesorabilmente. Dalle strade di Napoli e dalle nostre discariche a forma di montagnola tracimano ovunque, superando anche i confini della realtà. Non solo le pagine dei giornali e le immagini televisive sono state invase durante le varie emergenze ambientali. La monnezza come un potente e subdolo blob ha iniziato a colonizzare anche i territori più distanti da sé, come quelli della fiction narrativa. Da questa congerie montante che insidia le nostre comunità nasce così un thriller dai contorni realistici, che si immerge nella questione dei rifiuti per esplorarne gli aspetti più torbidi, quelle vicende che compaiono in cronaca soltanto quando il fetore dello scandalo diventa insopportabile oppure si colora di rosso-sangue. Si intitola Il mediatore dei rifiuti (Mauro Pagliai Editore, pagine 96, € 9) ed è opera del giornalista scrittore Valdemaro Casini. La storia, ambientata in Toscana, inizia con una macchina che durante una notte piovosa vola giù in un burrone, mentre percorre una tortuosa strada montana della Garfagnana. L’incidente che sembra una fatalità, non convince fino in fondo il commissario Mancuso della questura di Lucca che avvia un’indagine per vederci chiaro. Quest’indagine si intreccia con quella di un giornalista de “Il telegrafo del Tirreno” che, mettendo insieme alcune voci raccolte al porto di Livorno, inizia a fiutare la pista di un misterioso mercantile scomparso senza lasciare traccia, una notte di qualche giorno prima a largo di Bastia. La sua ostinazione, nella ricerca della verità, lo conduce fino a Napoli dove unvecchio giornalista e un poliziotto in pensione lo istruiscono sulle nuove frontiere della Camorra: lo smaltimento illegale dei rifiuti che frutta ai clan capitali immensi, paragonabili a quelli del traffico di droga. Il giornalista si trova di fronte una realtà insospettabile di connivenze e convenienze economiche che ha finito per allungare le sue mani su tutta la Penisola, fino alla Toscana, stravolgendo la sua concezione delle organizzazioni malavitose che adesso gli appaiono invece come moderne e intraprendenti agenzie di servizi in grado di competere a livello globale. In questo quadro si fa largo l’ipotesi agghiacciante che la nave fosse addirittura un enorme vettore per il trasporto illegale di rifiuti tossici italiani e toscani verso i paesi del terzo mondo. Parallelamente le indagini del commissario Mancuso arrivano a ricostruire l’identità del “suicidato” la cui triste fine appare legarsi con le organizzazioni criminali campane e alla loro sotterranea guerra di camorra per aggiudicarsi in Toscana il controllo della gestione dei rifiuti tossici e pericolosi. Le due vicende si aggrovigliano sempre più, mischiando finzione e cronaca, e la tensione dell’intrigo lascia spesso il passo allo sconcerto di fronte al racconto reale delle azioni spregiudicate dell’ecomafia. Il merito di questo libro, dunque, è quello di restituirci uno spaccato crudo e veritiero dell’aberrazione affaristico-criminale sorta in Italia intorno alla gestione dello smaltimento illegale dei rifiuti.
Data recensione: 22/04/2008
Testata Giornalistica: Metropoli
Autore: Jacopo Nesti