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Enrico Visani

Enrico Visani

Enrico Visani è nato a Marradi il 6 febbraio 1938. La sua infanzia si è svolta negli anni più drammatici della guerra ed è stata segnata da fughe, precipitosi trasferimenti, pericoli di vita. La sua formazione artistica è stata da autodidatta. Il primo importante pittore cui ha chiesto un incontro è stato Gastone Breddo, che gli ha dato alcuni utili consigli. Si è aperto all’arte attraverso un sofferto percorso interiore, che lo ha portato a studiare l’opera di grandi maestri contemporanei, come Burri, Fontana, Moore, De Kooning, Afro, Fautrier, in un contesto problematico sensibile alle discussioni sulla cibernetica e sull’intelligenza artificiale. Con questa sua cultura viva e pulsante, modellata su un carattere fiero, Visani ha iniziato a presentarsi al pubblico. La sua prima mostra di rilievo è stata alla galleria “Le Nuove Muse” di Bologna, con presentazione in catalogo di Bruno Saetti. In questa occasione Francesco Arcangeli riconosce che il lavoro di Visani è in linea con il Naturalismo Padano da lui teorizzato. Il 1975 è l’anno di un’importante personale a Salonicco con testi in catalogo di Franco Solmi e Marilena Pasquali. Oltre all’attività pittorica, svolge una mansione che gli dà modo di affinare la propria sensibilità artistica e di farsi “sul campo” una cultura museale di riguardo, occupandosi dell’allestimento della galleria d’Arte Moderna di Bologna. Entra in contatto con alcuni indiscussi protagonisti del ’900 artistico italiano, come De Chirico, Manzù, Guttuso, Annigoni, Conti. Fondamentale per la sua formazione è poi l’incontro con Xanti Schawinsky, uno degli ultimi esponenti della Bauhaus, da cui apprende la grande lezione dell’arte e della cultura mitteleuropa. Alla fine degli anni ’70, si avverte nel lavoro di Visani l’esigenza di una svolta. Il naturalismo lirico e gestuale che gli è proprio, lascia il passo ad un bisogno di drammatica interiorizzazione sul modello ideale di Bacon e De Kooning. Grazie a Minguzzi presenta i primi risultati di questa sua svolta, in una mostra alla Galleria Forni di Bologna. Seguono una mostra alla Galleria Comunale di Rivoli e, nel 1981, un’altra alla Galleria Cochlias a Salonicco. In Grecia, Visani continua a trovare consensi e amicizie nell’ambito di importanti personalità dell’arte e della cultura, quali Yannis Ritsos e Mikis Theodorakis. Nel 1997 ha fondato il Sindacato Artisti dell’Emilia Romagna, diventandone segretario. Sotto tale veste ha allestito la prima Biennale e la Triennale di Bologna. La mostra al Museo Marino Marini di Firenze completa un’attività espositiva sempre di alto livello. Tebaldo Lorini
Enrico Visani è nato a Marradi il 6 febbraio 1938. La sua infanzia si è svolta negli anni più drammatici della guerra ed è stata segnata da fughe, precipitosi trasferimenti, pericoli di vita. La sua formazione artistica è stata da autodidatta. Il primo importante pittore cui ha chiesto un incontro è stato Gastone Breddo, che gli ha dato alcuni utili consigli. Si è aperto all’arte attraverso un sofferto percorso interiore, che lo ha portato a studiare l’opera di grandi maestri contemporanei, come Burri, Fontana, Moore, De Kooning, Afro, Fautrier, in un contesto problematico sensibile alle discussioni sulla cibernetica e sull’intelligenza artificiale. Con questa sua cultura viva e pulsante, modellata su un carattere fiero, Visani ha iniziato a presentarsi al pubblico. La sua prima mostra di rilievo è stata alla galleria “Le Nuove Muse” di Bologna, con presentazione in catalogo di Bruno Saetti. In questa occasione Francesco Arcangeli riconosce che il lavoro di Visani è in linea con il Naturalismo Padano da lui teorizzato. Il 1975 è l’anno di un’importante personale a Salonicco con testi in catalogo di Franco Solmi e Marilena Pasquali. Oltre all’attività pittorica, svolge una mansione che gli dà modo di affinare la propria sensibilità artistica e di farsi “sul campo” una cultura museale di riguardo, occupandosi dell’allestimento della galleria d’Arte Moderna di Bologna. Entra in contatto con alcuni indiscussi protagonisti del ’900 artistico italiano, come De Chirico, Manzù, Guttuso, Annigoni, Conti. Fondamentale per la sua formazione è poi l’incontro con Xanti Schawinsky, uno degli ultimi esponenti della Bauhaus, da cui apprende la grande lezione dell’arte e della cultura mitteleuropa. Alla fine degli anni ’70, si avverte nel lavoro di Visani l’esigenza di una svolta. Il naturalismo lirico e gestuale che gli è proprio, lascia il passo ad un bisogno di drammatica interiorizzazione sul modello ideale di Bacon e De Kooning. Grazie a Minguzzi presenta i primi risultati di questa sua svolta, in una mostra alla Galleria Forni di Bologna. Seguono una mostra alla Galleria Comunale di Rivoli e, nel 1981, un’altra alla Galleria Cochlias a Salonicco. In Grecia, Visani continua a trovare consensi e amicizie nell’ambito di importanti personalità dell’arte e della cultura, quali Yannis Ritsos e Mikis Theodorakis. Nel 1997 ha fondato il Sindacato Artisti dell’Emilia Romagna, diventandone segretario. Sotto tale veste ha allestito la prima Biennale e la Triennale di Bologna. La mostra al Museo Marino Marini di Firenze completa un’attività espositiva sempre di alto livello. Tebaldo Lorini

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