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Vittorio Gassman

Vittorio Gassman

Attore. Figlio di un ingegnere edile tedesco, Heinrich, e di madre toscana appassionata di teatro, Luisa Ambron, cresce a Roma dove frequenta il Liceo «Tasso». Da ragazzo è una promessa del basket (è convocato in serie A e in nazionale) ma dopo la scuola, insieme ai compagni di classe Luigi Squarzina e Carlo Mazzarella, si iscrive all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Di lì comincia la carriera di uno dei maggiori attori italiani del dopoguerra. Ancor prima di concludere l’Accademia, Gassman viene scritturato nella compagnia di Lida Borrelli e debutta ne La nemica di Dario Niccodemi. Nel frattempo si sposa con Nora Ricci, sua compagna di corso, figlia di Renzo Ricci e Margherita Bagni (a sua volte figlia di Ermete Zacconi) entrambi attori famosi. IL 29 giugno del 1945 ha la prima figlia, Paola, destinata anche lei alla carriera di attrice. Nel biennio 1947-48, Gassman fonda con Evi Maltagliati una propria compagnia e, nel ’49, recita accanto a Paolo Stoppa in quella diretta da Luchino Visconti nell’ Oreste di Alfieri e Troilo e Cressida di Shakespeare. L’amico ed ex compagno Squarzina lo dirige quindi in Amleto. Attore teatrale molto eclettico, capace di passare indifferentemente da Miller a Shakespeare, da Seneca a Manzoni, Gassman debutta nel cinema con Preludio d’amore nel 1947 e frequenta per un certo periodo Hollywood. Si risposa con l’attrice Shelley Winters che gli dà una figlia, Vittoria, ma il matrimonio ha vita breve. È in Italia che, al teatro e al cinema, Gassman dà le prove migliori di sé: sul palcoscenico in Kean genio e sregolatezza di Dumas-Sartre, e in un memorabile Otello in cui si alterna ogni sera con Salvo Randone anche nel ruolo di Iago; sul grande schermo in film che hanno fatto la storia del cinema italiano. Da Riso amaro di Giuseppe De Santis, al film che gli dà il vero successo, I soliti ignoti di Mario Monicelli (1958), in cui Gassman è il ladro balbuziente Peppe er pantera, il suo primo ruolo comico. Un anno più tardi, ancora Monicelli lo dirige ne La grande guerra che vince il Leone d’oro a Venezia, in cui recita accanto ad Alberto Sordi. Nel 1962 Gassman è, con Jean-Louis Trintignant, protagonista de Il sorpasso di Dino Risi, in cui veste i panni di Bruno, un giovanotto spaccone e disinibito che trascina il timido Roberto (Trintignant) nelle sue scorribande automobilistiche. La collaborazione con Risi continua nel ’63 con I mostri. È impossibile dimenticare L’armata Brancaleone e Brancaleone alle crociate di Monicelli (1965 e 1969), o Profumo di donna, ancora di Risi (1974), un film che ha avuto anni dopo un remake hollywoodiano interpretato da Al Pacino. Ed è impossibile non ricordare la lunga collaborazione con Ettore Scola, il regista che, con Monicelli e Risi, ha firmato alcuni dei film più belli interpretati da Gassman: C’eravamo tanto amati (1974), storia amara e al tempo stesso ironica del cammino dell’Italia dal dopoguerra agli anni settanta. La famiglia (1986), in cui una famiglia della borghesia romana, attraverso quattro generazioni, fa da specchio alle vicende dell’Italia di questo secolo. Nel 1996 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ottiene il Leone d’Oro alla Carriera. Per arrivare infine a La cena, un film del 1998 destinato, ora lo sappiamo, a restare uno degli ultimi di Vittorio Gassman. L’ultimo è però un altro: La bomba, un film diretto da Giulio Base in cui Gassman recita insieme al figlio Alessandro, avuto nel 1965 da Juliette Maynel, cinque anni prima di sposare Diletta D’Andrea, che gli è stata accanto fino alla morte e da cui ha avuto il figlio Jacopo.

Attore. Figlio di un ingegnere edile tedesco, Heinrich, e di madre toscana appassionata di teatro, Luisa Ambron, cresce a Roma dove frequenta il Liceo «Tasso». Da ragazzo è una promessa del basket (è convocato in serie A e in nazionale) ma dopo la scuola, insieme ai compagni di classe Luigi Squarzina e Carlo Mazzarella, si iscrive all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Di lì comincia la carriera di uno dei maggiori attori italiani del dopoguerra. Ancor prima di concludere l’Accademia, Gassman viene scritturato nella compagnia di Lida Borrelli e debutta ne La nemica di Dario Niccodemi. Nel frattempo si sposa con Nora Ricci, sua compagna di corso, figlia di Renzo Ricci e Margherita Bagni (a sua volte figlia di Ermete Zacconi) entrambi attori famosi. IL 29 giugno del 1945 ha la prima figlia, Paola, destinata anche lei alla carriera di attrice. Nel biennio 1947-48, Gassman fonda con Evi Maltagliati una propria compagnia e, nel ’49, recita accanto a Paolo Stoppa in quella diretta da Luchino Visconti nell’ Oreste di Alfieri e Troilo e Cressida di Shakespeare. L’amico ed ex compagno Squarzina lo dirige quindi in Amleto. Attore teatrale molto eclettico, capace di passare indifferentemente da Miller a Shakespeare, da Seneca a Manzoni, Gassman debutta nel cinema con Preludio d’amore nel 1947 e frequenta per un certo periodo Hollywood. Si risposa con l’attrice Shelley Winters che gli dà una figlia, Vittoria, ma il matrimonio ha vita breve. È in Italia che, al teatro e al cinema, Gassman dà le prove migliori di sé: sul palcoscenico in Kean genio e sregolatezza di Dumas-Sartre, e in un memorabile Otello in cui si alterna ogni sera con Salvo Randone anche nel ruolo di Iago; sul grande schermo in film che hanno fatto la storia del cinema italiano. Da Riso amaro di Giuseppe De Santis, al film che gli dà il vero successo, I soliti ignoti di Mario Monicelli (1958), in cui Gassman è il ladro balbuziente Peppe er pantera, il suo primo ruolo comico. Un anno più tardi, ancora Monicelli lo dirige ne La grande guerra che vince il Leone d’oro a Venezia, in cui recita accanto ad Alberto Sordi. Nel 1962 Gassman è, con Jean-Louis Trintignant, protagonista de Il sorpasso di Dino Risi, in cui veste i panni di Bruno, un giovanotto spaccone e disinibito che trascina il timido Roberto (Trintignant) nelle sue scorribande automobilistiche. La collaborazione con Risi continua nel ’63 con I mostri. È impossibile dimenticare L’armata Brancaleone e Brancaleone alle crociate di Monicelli (1965 e 1969), o Profumo di donna, ancora di Risi (1974), un film che ha avuto anni dopo un remake hollywoodiano interpretato da Al Pacino. Ed è impossibile non ricordare la lunga collaborazione con Ettore Scola, il regista che, con Monicelli e Risi, ha firmato alcuni dei film più belli interpretati da Gassman: C’eravamo tanto amati (1974), storia amara e al tempo stesso ironica del cammino dell’Italia dal dopoguerra agli anni settanta. La famiglia (1986), in cui una famiglia della borghesia romana, attraverso quattro generazioni, fa da specchio alle vicende dell’Italia di questo secolo. Nel 1996 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ottiene il Leone d’Oro alla Carriera. Per arrivare infine a La cena, un film del 1998 destinato, ora lo sappiamo, a restare uno degli ultimi di Vittorio Gassman. L’ultimo è però un altro: La bomba, un film diretto da Giulio Base in cui Gassman recita insieme al figlio Alessandro, avuto nel 1965 da Juliette Maynel, cinque anni prima di sposare Diletta D’Andrea, che gli è stata accanto fino alla morte e da cui ha avuto il figlio Jacopo.