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Guillermo Carnero

Guillermo Carnero

Guillermo Carnero (Valencia, 1947) già dal libro d’esordio Dibujo de la muerte nel 1967 si era imposto tra i giovani poeti più interessanti. Ora che sono passati quasi cinquant’anni da quella raccolta si può certo confermare Carnero tra le voci più convincenti della lirica spagnola contemporanea. I numerosi riconoscimenti ottenuti ne sono una prova: il premio della Crítica (2000), il Nacional de Literatura (2000), e il Fastenrath della Real Academia, e il recente XVIII premio internazionale Loewe. L’ultima raccolta ad oggi, Cuatro noches romanas, per i tipi di Tusquets nel 2009, non fa che consolidarne lo spessore di poeta che in tutta la sua traiettoria indaga se stesso, la sua natura, la sua ragione d’essere. Tuttavia, accanto a questo approccio riflessivo vi è l’interesse per l’aspetto emozionale, per l’ininterrotta pulsione verso la vita e l’amore. Tra le altre raccolte pubblicate dall’autore segnaliamo Verano inglés (1999) chene conferma le caratteristiche che distinguono l’intera opera di Carnero: il motivo biografico e culturale, e la ricchezza del linguaggio sempre contrassegnato da una parola precisa, puntuale e dai chiari accenti barocchi e simbolisti. Qui l’autore sviluppa una maggior capacità comunicativa e rende ancor più accessibile al lettore l’aspetto emozionale. Espejo de gran niebla (2002) dove approfondisce il tema del sogno d’amore e il sogno della scrittura che non basta a poter esprimere quanto chiesto dal pensiero e dall’emozione. Inoltre, il lungo poema, Fuente de Médicis, col quale si aggiudica il premio Loewe.

Guillermo Carnero (Valencia, 1947) già dal libro d’esordio Dibujo de la muerte nel 1967 si era imposto tra i giovani poeti più interessanti. Ora che sono passati quasi cinquant’anni da quella raccolta si può certo confermare Carnero tra le voci più convincenti della lirica spagnola contemporanea. I numerosi riconoscimenti ottenuti ne sono una prova: il premio della Crítica (2000), il Nacional de Literatura (2000), e il Fastenrath della Real Academia, e il recente XVIII premio internazionale Loewe. L’ultima raccolta ad oggi, Cuatro noches romanas, per i tipi di Tusquets nel 2009, non fa che consolidarne lo spessore di poeta che in tutta la sua traiettoria indaga se stesso, la sua natura, la sua ragione d’essere. Tuttavia, accanto a questo approccio riflessivo vi è l’interesse per l’aspetto emozionale, per l’ininterrotta pulsione verso la vita e l’amore. Tra le altre raccolte pubblicate dall’autore segnaliamo Verano inglés (1999) chene conferma le caratteristiche che distinguono l’intera opera di Carnero: il motivo biografico e culturale, e la ricchezza del linguaggio sempre contrassegnato da una parola precisa, puntuale e dai chiari accenti barocchi e simbolisti. Qui l’autore sviluppa una maggior capacità comunicativa e rende ancor più accessibile al lettore l’aspetto emozionale. Espejo de gran niebla (2002) dove approfondisce il tema del sogno d’amore e il sogno della scrittura che non basta a poter esprimere quanto chiesto dal pensiero e dall’emozione. Inoltre, il lungo poema, Fuente de Médicis, col quale si aggiudica il premio Loewe.

Libri scritti da Guillermo Carnero