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Giuseppe Verdi

Giuseppe Verdi

Respinto poco più che ventenne all’esame di ammissione del conservatorio di Milano, Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma, 1813 ‬– Milano, 1901) tenta la via del teatro, ottenendo un buon successo alla Scala nel 1831 con la sua prima opera, Oberto conte di San Bonifacio. In seguito a numerosi lutti familiari, arriva il primo vero trionfo ancora alla Scala col Nabucco nel 1842. Benvoluto dai patrioti e interprete egli stesso delle istanze risorgimentali, si addossa un pressante ciclo lavorativo (i cosiddetti “anni di galera”) e tra I masnadieri (1847) e la Battaglia di Legnano (1849) comincia la relazione sentimentale con Giuseppina Strepponi. Operista ormai acclamato e richiesto, affronta libretti scabrosi e anticonvenzionali, nascono così Rigoletto (1851), Il trovatore (1853) e La Traviata (1853), destinati alla massima popolarità. Al prestigio di musicista nazionale si accompagna anche la fama internazionale. Verdi mette in scena i suoi melodrammi a Parigi (Vespri siciliani, 1855; Don Carlos, 1867), a San Pietroburgo (La forza del destino, 1862) e al Cairo (Aida, 1871). Compone anche musica strumentale, prevalentemente sacra, tra cui spicca la Messa da Requiem (1874) per la morte di Manzoni. Il sipario si chiude con Falstaff (1893).

Respinto poco più che ventenne all’esame di ammissione del conservatorio di Milano, Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma, 1813 ‬– Milano, 1901) tenta la via del teatro, ottenendo un buon successo alla Scala nel 1831 con la sua prima opera, Oberto conte di San Bonifacio. In seguito a numerosi lutti familiari, arriva il primo vero trionfo ancora alla Scala col Nabucco nel 1842. Benvoluto dai patrioti e interprete egli stesso delle istanze risorgimentali, si addossa un pressante ciclo lavorativo (i cosiddetti “anni di galera”) e tra I masnadieri (1847) e la Battaglia di Legnano (1849) comincia la relazione sentimentale con Giuseppina Strepponi. Operista ormai acclamato e richiesto, affronta libretti scabrosi e anticonvenzionali, nascono così Rigoletto (1851), Il trovatore (1853) e La Traviata (1853), destinati alla massima popolarità. Al prestigio di musicista nazionale si accompagna anche la fama internazionale. Verdi mette in scena i suoi melodrammi a Parigi (Vespri siciliani, 1855; Don Carlos, 1867), a San Pietroburgo (La forza del destino, 1862) e al Cairo (Aida, 1871). Compone anche musica strumentale, prevalentemente sacra, tra cui spicca la Messa da Requiem (1874) per la morte di Manzoni. Il sipario si chiude con Falstaff (1893).

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