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Carlos Marzal

Carlos Marzal

Carlos Marzal (Valencia, 1961) è tra le più interessanti voci dell’attuale poesia spagnola. Laureato in filologia, è stato per alcuni anni condirettore della rivista di letteratura e tauromachia «Quites». A oggi ha pubblicato le raccolte: El último de la fiesta (1987), La vida de frontera (1991), Los paises nocturnos (1996), Metales pesados (2001) col quale ha ottenuto il Premio de la Crítica e il Premio Nacional che hanno imposto la sua figura all’attenzione degli addetti ai lavori. Nel 2004 è apparsa Fuera de mí, la sua raccolta più recente. Fin dal libro d’esordio, dal suggestivo titolo El último de la fiesta (1987), Carlos Marzal è andato svelandosi come poeta legato inscindibilmente alla filosofia. È indubbiamente lo spazio della poesia quello dove Marzal, a proprio agio, trova l’ironia e la riflessione necessarie a dar linfa al suo verso. Una riflessione che si fa morale nell’opera seguente, La vida de frontera (1991). La raccolta del 1996, Los paises nocturnos, conferma Marzal tra le esperienze più innovative di questo periodo. Il suo è un viaggio per paesi notturni dove il dolore, la memoria e i sogni svolgono il loro compito e dove solo attraverso la parola il poeta può affrontare dignitosamente la sconfitta nel confronto con l’incedere del tempo. Cinque anni più tardi con una silloge che ben presto diventa libro-chiave per Marzal e per i poeti della sua generazione, Metales pesados, il poeta ottiene numerosi riconoscimenti. Si segnala così per la qualità di una raccolta dal linguaggio sempre molto personale, che tuttavia, rispetto alla precedente, è notevolmente arricchito dai colpi verbali, dalle frequenti aggettivazioni arrivando a questo prezioso risultato dopo un attento lavoro linguistico. Saldo sul piedistallo pesado della sua parola, il poeta Marzal vede il mondo, lo esamina col filtro dell’esperienza diretta della realtà, giungendo a una riflessione totale che ci consegna uno dei testi più riusciti della poesia spagnola che chiude il ventesimo secolo.

Carlos Marzal (Valencia, 1961) è tra le più interessanti voci dell’attuale poesia spagnola. Laureato in filologia, è stato per alcuni anni condirettore della rivista di letteratura e tauromachia «Quites». A oggi ha pubblicato le raccolte: El último de la fiesta (1987), La vida de frontera (1991), Los paises nocturnos (1996), Metales pesados (2001) col quale ha ottenuto il Premio de la Crítica e il Premio Nacional che hanno imposto la sua figura all’attenzione degli addetti ai lavori. Nel 2004 è apparsa Fuera de mí, la sua raccolta più recente. Fin dal libro d’esordio, dal suggestivo titolo El último de la fiesta (1987), Carlos Marzal è andato svelandosi come poeta legato inscindibilmente alla filosofia. È indubbiamente lo spazio della poesia quello dove Marzal, a proprio agio, trova l’ironia e la riflessione necessarie a dar linfa al suo verso. Una riflessione che si fa morale nell’opera seguente, La vida de frontera (1991). La raccolta del 1996, Los paises nocturnos, conferma Marzal tra le esperienze più innovative di questo periodo. Il suo è un viaggio per paesi notturni dove il dolore, la memoria e i sogni svolgono il loro compito e dove solo attraverso la parola il poeta può affrontare dignitosamente la sconfitta nel confronto con l’incedere del tempo. Cinque anni più tardi con una silloge che ben presto diventa libro-chiave per Marzal e per i poeti della sua generazione, Metales pesados, il poeta ottiene numerosi riconoscimenti. Si segnala così per la qualità di una raccolta dal linguaggio sempre molto personale, che tuttavia, rispetto alla precedente, è notevolmente arricchito dai colpi verbali, dalle frequenti aggettivazioni arrivando a questo prezioso risultato dopo un attento lavoro linguistico. Saldo sul piedistallo pesado della sua parola, il poeta Marzal vede il mondo, lo esamina col filtro dell’esperienza diretta della realtà, giungendo a una riflessione totale che ci consegna uno dei testi più riusciti della poesia spagnola che chiude il ventesimo secolo.

Libri scritti da Carlos Marzal