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Giorgio Sommer

Giorgio Sommer

Giorgio Sommer nasce a Frankfurt am Main il 2 settembre 1834. Si interessa alla fotografia molto giovane e presto vi si dedica da professionista. Nel 1857 arriva a Roma dove lavora intensamente operando in collaborazione con il compatriota e amico, anch’egli fotografo, Edmond Behles. Anche attraverso la Deutscher Künstlerverein, partecipa al clima di appassionato interesse per gli studi dell’antichità e archeologici e incontra i fotografi di origine tedesca residenti o attivi a Roma e molti pittori. A Roma lavora per un breve periodo nel settembre e ottobre 1857 e poi ancora nell’estate 1859. Adotta i formati grande (28x38), mezzano (20x25), stereoscopico e carte-de-visite. Riprende molte opere d’arte dei musei vaticani. Già alla fine del 1857 passa da Roma a Napoli, allora ancora governata da Ferdinando II di Borbone; apre un atelier in strada di Chiaia e poi nel 1860 circa in via Monte di Dio. Comincia a vendere con il suo nome le fotografie riprese a Roma in collaborazione con Behles. L’atelier fotografico napoletano offre ritratti, riproduzioni di opere d’arte e vedute. Sommer commercia anche bronzi artistici, di cui pubblica cataloghi appositi o come sezione dei cataloghi di fotografie. Nel 1860 per incarico del governo compie una campagna a Pompei. Il 25 settembre di quell’anno fotografa Garibaldi in visita agli scavi. Il 16 giugno 1861 sposa Antonia Schmid, figlia di un famoso fabbricante di pianoforti di origine morava. La coppia ha due figli: Edmondo e Carolina. Nel 1861 è a Gaeta e riprende i luoghi di battaglia e le distruzioni causate alla piazzaforte borbonica dall’assedio delle truppe sabaude. Per incarico del governo italiano documenta la repressione del brigantaggio nelle provincie meridionali. Nel 1865 Sommer e Behles sono premiati da Vittorio Emanuele II con una medaglia d’oro. Nello stesso anno partecipano alla International Exhibition of Arts and Manufactures di Dublino, dove espongono dieci fotografie. Sommer ottiene una medaglia d’oro da Carlo di Württemberg. Nella copertina dei suoi cataloghi continua fino al 1903 a riprodurre le due medaglie concesse da Vittorio Emanuele II e da Carlo di Württemberg. Nel 1866 circa si interrompe la sua associazione con Behles. Nel 1867 partecipa all’Esposizione Universale di Parigi dove ottiene una medaglia di bronzo. Nel 1873 partecipa all’Esposizione Universale di Vienna. Lo studio arriva a impiegare dodici persone nei diversi settori di sviluppo dei negativi, stampa, ritocco e colorazione. Negli anni ottanta opera in Svizzera dove è incaricato di realizzare una campagna fotografica in funzione di progetti di costruzione di nuove strade ferrate. Nel 1885 ottiene un premio all’esposizione di Nürnberg per le riproduzioni di antichi bronzi. Nel 1890 apre una succursale a Palermo. Muore a Napoli, il 7 agosto 1914.
Giorgio Sommer nasce a Frankfurt am Main il 2 settembre 1834. Si interessa alla fotografia molto giovane e presto vi si dedica da professionista. Nel 1857 arriva a Roma dove lavora intensamente operando in collaborazione con il compatriota e amico, anch’egli fotografo, Edmond Behles. Anche attraverso la Deutscher Künstlerverein, partecipa al clima di appassionato interesse per gli studi dell’antichità e archeologici e incontra i fotografi di origine tedesca residenti o attivi a Roma e molti pittori. A Roma lavora per un breve periodo nel settembre e ottobre 1857 e poi ancora nell’estate 1859. Adotta i formati grande (28x38), mezzano (20x25), stereoscopico e carte-de-visite. Riprende molte opere d’arte dei musei vaticani. Già alla fine del 1857 passa da Roma a Napoli, allora ancora governata da Ferdinando II di Borbone; apre un atelier in strada di Chiaia e poi nel 1860 circa in via Monte di Dio. Comincia a vendere con il suo nome le fotografie riprese a Roma in collaborazione con Behles. L’atelier fotografico napoletano offre ritratti, riproduzioni di opere d’arte e vedute. Sommer commercia anche bronzi artistici, di cui pubblica cataloghi appositi o come sezione dei cataloghi di fotografie. Nel 1860 per incarico del governo compie una campagna a Pompei. Il 25 settembre di quell’anno fotografa Garibaldi in visita agli scavi. Il 16 giugno 1861 sposa Antonia Schmid, figlia di un famoso fabbricante di pianoforti di origine morava. La coppia ha due figli: Edmondo e Carolina. Nel 1861 è a Gaeta e riprende i luoghi di battaglia e le distruzioni causate alla piazzaforte borbonica dall’assedio delle truppe sabaude. Per incarico del governo italiano documenta la repressione del brigantaggio nelle provincie meridionali. Nel 1865 Sommer e Behles sono premiati da Vittorio Emanuele II con una medaglia d’oro. Nello stesso anno partecipano alla International Exhibition of Arts and Manufactures di Dublino, dove espongono dieci fotografie. Sommer ottiene una medaglia d’oro da Carlo di Württemberg. Nella copertina dei suoi cataloghi continua fino al 1903 a riprodurre le due medaglie concesse da Vittorio Emanuele II e da Carlo di Württemberg. Nel 1866 circa si interrompe la sua associazione con Behles. Nel 1867 partecipa all’Esposizione Universale di Parigi dove ottiene una medaglia di bronzo. Nel 1873 partecipa all’Esposizione Universale di Vienna. Lo studio arriva a impiegare dodici persone nei diversi settori di sviluppo dei negativi, stampa, ritocco e colorazione. Negli anni ottanta opera in Svizzera dove è incaricato di realizzare una campagna fotografica in funzione di progetti di costruzione di nuove strade ferrate. Nel 1885 ottiene un premio all’esposizione di Nürnberg per le riproduzioni di antichi bronzi. Nel 1890 apre una succursale a Palermo. Muore a Napoli, il 7 agosto 1914.

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