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Giosue Carducci

Giosue Carducci

Giosue Carducci nasce il 27 luglio 1835 a Valdicastello in provincia di Lucca, da Michele Carducci, medico e rivoluzionario, e Ildegonda Celli, di origini volterrane. Il 25 ottobre 1838 la famiglia Carducci si trasferisce a Bolgheri, sperduto paesello della Toscana che grazie al poeta diventerà famoso in tutti il mondo. I moti rivoluzionari intanto prendono piede, moti nei quali è coinvolto il passionale e ‘testacalda’ padre Michele. Il 28 aprile 1849 i Carducci giungono a Firenze. Giosue frequenta l’Istituto degli Scolopi e conosce la futura moglie Elvira Menicucci. L’11 novembre 1853 il futuro poeta entra alla Scuola Normale di Pisa. Negli stessi anno costituì, insieme con tre compagni di studi, il gruppo degli “Amici pedanti”, impegnato nella difesa del classicismo contro i manzoniani. Dopo la laurea, conseguita con il massimo dei voti, insegna retorica al liceo di San Miniato al Tedesco. La sera di mercoledì 4 novembre si uccide il fratello Dante squarciandosi il petto con un bisturi affilatissimo del padre. L’anno dopo muore il padre del poeta. Un anno di lutto e il poeta finalmente si sposa con Elvira. In seguito, dopo la nascita delle figlie Beatrice e Laura, si trasferisce a Bologna, un ambiente assai colto e stimolante, dove insegna eloquenza italiana all’Università. Ebbe così inizio un lunghissimo periodo di insegnamento (durato fino al 1904), caratterizzato da una fervida e appassionata attività filologica e critica. Nasce anche il figlio Dante che però muore in giovanissima età. Negli anni ’60, lo scontento provocato in lui dalla debolezza dimostrata, a suo giudizio, in più occasioni dal governo postunitario (la questione romana, l’arresto di Garibaldi) sfociò in un atteggiamento filo-repubblicano e addirittura giacobino. Negli anni successivi, con il mutare della realtà storica italiana, Carducci passò da un atteggiamento violentemente polemico e rivoluzionario a un ben più tranquillo rapporto con lo stato e la monarchia. La nuova simpatia monarchica culminò nel 1890 con la nomina a senatore del regno. Nel 1906 al poeta viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura. Le condizioni di salute non gli consentono di recarsi a Stoccolma per ritirare il premio che gli viene consegnato nella sua casa di Bologna. Il 16 febbraio 1907 Giosue Carducci muore nella sua casa di Bologna. I funerali si tengono il 19 febbraio e il Carducci viene seppellito alla Certosa di Bologna dopo varie polemiche relative al luogo di inumazione.
Giosue Carducci nasce il 27 luglio 1835 a Valdicastello in provincia di Lucca, da Michele Carducci, medico e rivoluzionario, e Ildegonda Celli, di origini volterrane. Il 25 ottobre 1838 la famiglia Carducci si trasferisce a Bolgheri, sperduto paesello della Toscana che grazie al poeta diventerà famoso in tutti il mondo. I moti rivoluzionari intanto prendono piede, moti nei quali è coinvolto il passionale e ‘testacalda’ padre Michele. Il 28 aprile 1849 i Carducci giungono a Firenze. Giosue frequenta l’Istituto degli Scolopi e conosce la futura moglie Elvira Menicucci. L’11 novembre 1853 il futuro poeta entra alla Scuola Normale di Pisa. Negli stessi anno costituì, insieme con tre compagni di studi, il gruppo degli “Amici pedanti”, impegnato nella difesa del classicismo contro i manzoniani. Dopo la laurea, conseguita con il massimo dei voti, insegna retorica al liceo di San Miniato al Tedesco. La sera di mercoledì 4 novembre si uccide il fratello Dante squarciandosi il petto con un bisturi affilatissimo del padre. L’anno dopo muore il padre del poeta. Un anno di lutto e il poeta finalmente si sposa con Elvira. In seguito, dopo la nascita delle figlie Beatrice e Laura, si trasferisce a Bologna, un ambiente assai colto e stimolante, dove insegna eloquenza italiana all’Università. Ebbe così inizio un lunghissimo periodo di insegnamento (durato fino al 1904), caratterizzato da una fervida e appassionata attività filologica e critica. Nasce anche il figlio Dante che però muore in giovanissima età. Negli anni ’60, lo scontento provocato in lui dalla debolezza dimostrata, a suo giudizio, in più occasioni dal governo postunitario (la questione romana, l’arresto di Garibaldi) sfociò in un atteggiamento filo-repubblicano e addirittura giacobino. Negli anni successivi, con il mutare della realtà storica italiana, Carducci passò da un atteggiamento violentemente polemico e rivoluzionario a un ben più tranquillo rapporto con lo stato e la monarchia. La nuova simpatia monarchica culminò nel 1890 con la nomina a senatore del regno. Nel 1906 al poeta viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura. Le condizioni di salute non gli consentono di recarsi a Stoccolma per ritirare il premio che gli viene consegnato nella sua casa di Bologna. Il 16 febbraio 1907 Giosue Carducci muore nella sua casa di Bologna. I funerali si tengono il 19 febbraio e il Carducci viene seppellito alla Certosa di Bologna dopo varie polemiche relative al luogo di inumazione.