chiudi
Pere Gimferrer

Pere Gimferrer

Poeta e narratore tra i più rilevanti della letteratura spagnola e catalana contemporanea, esordisce nel 1963 con la raccolta Mensaje del Tetrarca. Tre anni più tardi, con Arde el mar si aggiudica il Premio Nacional de Poesía. Nel 1967, incoraggiato dal nobel Vicente Aleixandre, da alle stampe Tres poemas, seguito l’anno dopo da La muerte en Beverly Hills. Il 1970 è l’anno della svolta: Gimferrer, all’epoca già uno dei poeti più stimati della letteratura spagnola, opta per un cambio radicale tornando alla lingua dell’infanzia, il catalano, per assumerla come unico futuro strumento di espressione. Quell’anno esce infatti la raccolta di impronta “metapoetica” Els miralls cui segue, due anni dopo, Hora foscant, libro dai chiari accenti barocchi, risultato di un’indagine in cui la realtà si presenta come maschera e simulacro e il linguaggio come ponte inaccessibile alla realtà vera. Nel 1973 esce un’altra raccolta, Foc cec e quattro anni più tardi con L’espai desert (1977) Gimferrer ottiene il premio Josep Carner come miglior libro catalano dell’anno. Sarà poi la volta di volumi di successo come Aparicions (1982) e El vendaval (1988). Dopo La llum (1991) segue un quinquennio di silenzio prima del ritorno con un poema dal titolo Mascarada, tra i suoi lavori più riusciti. Infine nel 1996 El agent provocador e Kenji Mizoguchi (1998), una sorta di omaggio a tutta la tradizione poetica nipponica, molto apprezzata dal poeta catalano. Dal 1985 è membro della Real Academia Espaňola de la Lengua.
Poeta e narratore tra i più rilevanti della letteratura spagnola e catalana contemporanea, esordisce nel 1963 con la raccolta Mensaje del Tetrarca. Tre anni più tardi, con Arde el mar si aggiudica il Premio Nacional de Poesía. Nel 1967, incoraggiato dal nobel Vicente Aleixandre, da alle stampe Tres poemas, seguito l’anno dopo da La muerte en Beverly Hills. Il 1970 è l’anno della svolta: Gimferrer, all’epoca già uno dei poeti più stimati della letteratura spagnola, opta per un cambio radicale tornando alla lingua dell’infanzia, il catalano, per assumerla come unico futuro strumento di espressione. Quell’anno esce infatti la raccolta di impronta “metapoetica” Els miralls cui segue, due anni dopo, Hora foscant, libro dai chiari accenti barocchi, risultato di un’indagine in cui la realtà si presenta come maschera e simulacro e il linguaggio come ponte inaccessibile alla realtà vera. Nel 1973 esce un’altra raccolta, Foc cec e quattro anni più tardi con L’espai desert (1977) Gimferrer ottiene il premio Josep Carner come miglior libro catalano dell’anno. Sarà poi la volta di volumi di successo come Aparicions (1982) e El vendaval (1988). Dopo La llum (1991) segue un quinquennio di silenzio prima del ritorno con un poema dal titolo Mascarada, tra i suoi lavori più riusciti. Infine nel 1996 El agent provocador e Kenji Mizoguchi (1998), una sorta di omaggio a tutta la tradizione poetica nipponica, molto apprezzata dal poeta catalano. Dal 1985 è membro della Real Academia Espaňola de la Lengua.

Libri scritti da Pere Gimferrer