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Presentazione del volume di

MASSIMO GRIFFO
Amaritudine

EDIZIONI POLISTAMPA


Introdurrà

DOMENICO SEGNA

 

Con la partecipazione del professor

ALFONSO CANZIANI

 

Giovedì 23 aprile 2009 - ore 17.30
Cappella Ghisilardi
Piazza San Domenico 12, Bologna

 

Italiani popolo di gente meschina, voltagabbana, incline alla corruzione e all’inganno, senza ideali e spregiudicata. Difetti lamentati da secoli che oggi lo scrittore Massimo Griffo condensa nel suo ultimo romanzo Amaritudine che sintetizza in un vocabolo desueto del linguaggio letterario l’amarezza e l’afflizione provate dai cittadini onesti e leali di fronte a quella parte di società che si fa sempre più volgare, ingannatrice e prevaricatrice di valori atavici e, infine, delle leggi. Griffo non esprime giudizi morali e si attiene ad una narrazione realistica, scabra, animata da personaggi esemplari osservati in cinquant’anni di storia d’Italia, dal 1944 al 1993, alcuni veri, altri frutto di finzione. Gualtiero ne è l’ingenuo protagonista che diventa vittima e perfino inconsapevole complice delle malefatte e degli errori altrui lungo un periodo di storia nazionale che parte dalla guerra, cammina nel boom economico, si smarrisce negli anni di piombo, evapora nel tempo del riflusso. Tutto questo senza perdere la speranza in un’Italia migliore e solidale dove le stesse prime lettere del titolo “amar” sono appiglio ed auspicio per un vicino riscatto.

 

Massimo Griffo ha dimostrato una lunga fedeltà alla sua vocazione di scrittore e di intellettuale, dal giovanile Futuro anteriore sino a questo romanzo della maturità Amaritudine, che per il suo respiro complessivo si pone come un affresco narrativo della società italiana nel corso di cinquant’anni del nostro Novecento. Massimo Griffo affronta gli snodi e le figure fondamentali della recente storia italiana con spirito problematico, con la passione civile e letteraria di chi ha partecipato e testimonia in prima persona, con una vena memorialistica intrisa di dolente saggezza, che conferiscono alla sua pagina un valore di specchio dinanzi a un diffuso disagio contemporaneo”, questa la motivazione della Giuria del Premio Roma, che ha incoronato Griffo il vincitore della sezione narrativa italiana 2008.

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