Carlo
Carrà, Manifestazione interventista,
1914 |
Dal 2 dicembre 2005 al 25 marzo 2006 |
La Grande Guerra degli
artisti |
Firenze |
MUSEO MARINO MARINI |
Piazza San Pancrazio (50123) |
+39 055219432 (info), +39 055289510 (fax) |
museomarinomarini@tiscali.it, |
http://www.museomarinomarini.com/ |
Propaganda e iconografia bellica in Italia negli anni della Prima Guerra Mondiale |
orario: 10-17, chiuso martedì e festivi (possibili variazioni) |
biglietti: Intero € 4,00; ridotto € 2,00 |
vernissage: 2 dicembre 2005 - ore 17,30 |
editore: Polistampa |
ufficio stampa: Cristina Pariset |
curatore: Nadia Marchioni |
autori: Roberto Baldessari, Adolfo Balduini, Giacomo Balla, Gino Barbieri, Carlo Barbieri, Adriana Bisi Fabbri, Anselmo Bucci, Duilio Cambellotti, Carlo Carrà, Giuseppe Caselli, Romano Dazzi, Fortunato Depero, Antonio Discovolo, Vittorio Grassi, Osvaldo Licini, Alberto Magri, Emilio Mantelli, Filippo Tommaso Marinetti, Marino Marini, Arturo Martini, Pietro Morando, Plinio Nomellini, Cipriano Efisio Oppo, Ottone Rosai, Giovanni Russo, Gino Severini, Ercole Sibellato, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Lorenzo Viani |
patrocini: Comune di Firenze |
genere: documentaria, arte contemporanea, collettiva |
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La Grande Guerra, “il vero spartiacque del
Ventesimo secolo”, è stata un’esperienza che ha
condotto gli artisti ai limiti estremi delle loro
possibilità, nel tentativo di dare forma ad una
serie di eventi che sconvolgevano non solo ogni
capacità razionale di comprensione, ma anche le
regole e le convenzioni del dipingere, sia quelle
tradizionali sia quelle nuovissime sorte all’alba
del Novecento. Il carattere massificato,
industriale, assolutamente lontano da ogni
dimensione umana dello spaventoso macello di corpi
e di menti che caratterizzò la prima guerra
mondiale risultava qualcosa di talmente nuovo ed
indicibile da sfidare e spesso eludere le
possibilità espressive degli artisti figurativi.
Eppure, anche se la difficoltà di tradurre gli
sconvolgenti orrori bellici in grandi opere d’arte
è stata individuata come una delle caratteristiche
più tipiche del rapporto degli artisti europei con
gli eventi di quegli anni, la Grande Guerra ha
prodotto un’enorme quantità di immagini: si tratta
di un insieme di materiali quanto mai eterogeneo,
capace di spaziare dagli appunti grafici presi
frettolosamente in trincea dai pittori-soldati
alle grandi esposizioni d’arte militare
organizzate per sostenere il morale della
popolazione civile, dalle cartoline e dai
manifesti murali alle illustrazioni sui giornali
di trincea rivolti alle truppe, dalle vignette
satiriche o caricaturali sui quotidiani alle
fotografie ufficiali intrise di retorica e
propaganda ed alle traduzioni cinematografiche,
fino ad arrivare alla rielaborazione del dramma ed
alla sua celebrazione attraverso sacrari,
cenotafi, monumenti ai caduti.
L’interesse storico-culturale e la qualità estetica di alcuni documenti figurativi relativi alla Grande Guerra giustifica, nella ricorrenza del novantesimo anniversario dall’entrata in guerra dell’Italia, l’impegno per un’esposizione che si propone di affrontare il tema della prima guerra mondiale attraverso la testimonianza degli artisti italiani che si confrontarono direttamente con essa. La mostra (che conterà circa 150 opere fra dipinti, sculture, disegni e incisioni) si aprirà con le icone dell’interventismo futurista: dalla celebre Manifestazione interventista di Carlo Carrà, al suo Inseguimento (cavallo e cavaliere), utilizzato come illustrazione del volume Guerrapittura (entrambe le opere provengono dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia); dalle Insidie di guerra di Giacomo Balla (Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma), alle emozionanti visioni di Gino Severini, presente con due dipinti ad olio: Cannon en action e Synthèse plastique de l’idee «guerre», proveniente, quest’ultima, dalla Bayerische Staatsgemaeldesammlung di Monaco di Baviera. A queste notissime opere faranno eco immagini più intime, nate dal diretto confronto con la guerra, di Mario Sironi (presente con dipinti e ritratti a matita dei suoi compagni d’armi eseguiti al fronte), Anselmo Bucci (del quale si presenta una scelta delle puntesecche dei quattro album Croquis du front italien), Lorenzo Viani (rappresentato nell’esposizione con alcuni dipinti ad olio e con le violente xilografie eseguite al fronte), Gino Barbieri (le cui commoventi xilografie incise al fronte provengono dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi). Accanto a queste opere
raffiguranti uno spaccato della vita degli artisti
al fronte sono da ricordare i dipinti di guerra
del pittore-soldato Italico Brass, inviato nella
zona di guerra per ritrarre gli aspetti più
emozionanti o significativi del conflitto in
corso, mentre un posto speciale è riservato alle
immagini della propaganda sui giornali di trincea
diffusi fra i soldati al fronte, e rivolta alla
popolazione civile dalle pagine dei quotidiani e
dai manifesti murali: in questa sezione si
susseguono i nomi di Duilio Cambellotti, Cipriano
Efisio Oppo, Enrico Sacchetti, Giuseppe Scalarini,
Mario Sironi, dei quali si presentano i bozzetti
originali delle illustrazioni che possono essere
in mostra direttamente confrontate con la copia
del giornale su cui furono pubblicate. |
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Plinio Nomellini esegue il dipinto dal sentimento eroico Alle porte d’Italia, mentre Ardengo Soffici riflette mestamente sulla guerra ormai trascorsa da più di un decennio con Millenovecentodiciannove (Il reduce) (1929-1930), cui fa eco il dipinto di Lorenzo Viani Il reduce, altrettanto drammatico e partecipe. Conclude l’esposizione un accenno al “mito della Grande Guerra”, elaborato a partire dall’immediato dopoguerra attraverso il proliferare sul territorio italiano dei monumenti ai caduti (un esempio è offerto dal Bozzetto per il monumento ai caduti di Priverno di Duilio Cambellotti) e culminato negli anni Trenta nei grandi cicli decorativi delle Case del Mutilato (in mostra sarà presente lo spettacolare cartone di Cambellotti per la decorazione della Casa del Mutilato di Siracusa, cm. 170x640). |
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